laR 25 anni

La musicassetta

Venticinque anni fa la musica si ascoltava sulle "cassette" a nastro. Sembravano magiche, soprattutto quando di mezzo c'era l'amore

16 settembre 2017
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Sembrava magica. Ed era un attimo infilarla nello stereo dell’auto, quasi con nonchalance, mentre la tua bella ti guardava a metà fra il preoccupato e il divertito. E da quel momento, appartati giusto un po’, erano solo baci. Magica musicassetta, responsabile inconsapevole di tanti amori e altrettanti figli concepiti in auto, fra il chiaro e scuro, quando ancora andare in “camporella” era più un’esigenza ormonale che vero desiderio. Meno male che c’era lei, a creare atmosfera, a stemperare un contesto altrimenti a dir poco goffo e improbabile. Con le sonorità e soprattutto le parole che stavano nelle canzoni degli anni Ottanta e Novanta. Un vero spartiacque. Perché prima, per dire, c’era stato il mangiadischi e provateci voi ad approcciare la morosa timida e renitente con una scatola in mano assai voluminosa che si agita parecchio a un ritmo non per forza melodioso. Il tutto, magari, dentro l’allora piccola 500… Se già era goffo, l’approccio, con la mitica musicassetta, beh prima ancora si trattava semplicemente di un disastro annunciato. Abortito nel nascere.
Poi certo, il nastro a un certo punto si stancava di ubbidire alle regole musicali e decideva di girare a suo piacimento emettendo mugugni e rumori sinistri, tipo il ritorno dei morti viventi. Sino a fermarsi, quasi con disgusto, srotolandosi senza pudore fuori dall’apparecchio. Ed era tutto un riavvolgere, magari con la penna, per non restare lì, appesi al naso, senza un ma o un però. Nel silenzio più imbarazzante della vita.
Poi, come per magia, ripartiva “Quella maglietta fiiiinaaaa… ” che ti salvava la vita. E l’onore.

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