laR 25 anni

La neve di casa

(©Ti-Press/Francesca Agosta)
15 settembre 2017
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L’odore della neve, i rumori dell’inverno, il Natale che si avvicina. Attaccarsi alla finestra del salotto di casa, seguire con lo sguardo un fiocco, dopo l’altro, oscillare nell’aria, posarsi a terra: l’assoluta delicatezza. Ricordare gli anni Novanta per chi scrive significa rivivere le emozioni dell’infanzia, un tempo segnato prevalentemente dalla natura: dal sole e dal brutto tempo, comunque bello. Stivali da ricercare frettolosamente negli angoli di casa, guanti, berretta e un cappotto troppo grande in cui infilarsi prima di chiudere il portone. Il bob andava più veloce della slitta in un prato vicino a casa che diventava un parco dei divertimenti. Il fratello, i cugini che svelavano i trucchi; gli altri accorgimenti da rubare, ai più grandi. Fino allo scoccare delle 16. La merenda da consumare frettolosamente. Quindi i cartoni animati. Ma non per tutti: solamente per chi aveva i canali (televisivi). Da casa, spazi e tempi da riempire sbizzarrendosi nell’inventarsi passatempi, alle piste da sci: montagne normalizzate e ridotte in impianti sportivi, accessibili con la giusta attrezzatura, dopo essersi messi in coda con la giornaliera al collo. Tute da sci fosforescenti (dai colori improponibili), tutte di un pezzo 'perché ora – recitavano in coro – si usa così'. Che magari si rivelavano scomodissime e così l'anno dopo si ritorna in negozio abbassandosi, un'altra volta ancora, a cavia della moda, alle sue trovate più bizzarre: in cerca di personalità, da sfogliare sui cataloghi. Già, perché negli anni Novanta lo sci era parte integrante della nostra cultura, di ticinesi. Quando lo 'snow' si è affermato, sempre e comunque come seconda scelta alle tradizionali assicelle rigorosamente altissime e tutte dritte, i più furbi facevano incassi che nemmeno ci si sogna oggigiorno. A quel tempo non si attendevano i saldi (peraltro non ancora liberalizzati) a rinnovare l’equipaggiamento; i negozi outlet erano realtà aliene, anche nelle nostre cittadine. Mentre lassù, sulle piste, ognuno aveva (e ricercava) il suo stile; al maestro da sci, quando si frequentava l’immancabile corso settimanale nelle vacanze, si portava rispetto, quasi fosse un’(altra) autorità. In un’epoca scivolata nei libri.

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