Impact Journalism

I sentieri del riscatto

Passeggiata tra le montagne di Bali
(Karin Vogt)
7 gennaio 2015
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di Helene Arnet/Tages Anzeiger

Per lungo tempo, le donne di Muntigunung si sono spostate nei centri turistici di Bali per chiedere l’elemosina, con i figli al seguito. Ora la direzione è cambiata: le mendicanti di allora fanno da guide ai turisti, accompagnandoli nei propri villaggi nell’ambito di speciali escursioni.

Un banchiere tipico, Daniel Elber non lo è mai stato. Nonostante il suo ruolo di dirigente in una grande banca zurighese, in cui aveva sotto la propria responsabilità 1’200 dipendenti, non si è mai fatto mancare l’occasione di staccare per un po’: lo si trovava allora a piedi sulle Ande, nel Borneo, in Tibet. Eppure, quando dieci anni fa il cinquantaduenne decise di iniziare una nuova vita a Bali, persino i suoi amici rimasero stupiti.

Dietro a tutta questa storia si cela una donna: Ketut. Assieme alla figlia Komang, Ketut attirò l’attenzione di Daniel Elber mentre questi faceva jogging sulle montagne, da Muntigunung, nel Nord di Bali, in direzione del lago Batur. Giorni prima l’aveva vista mendicare con altre donne lungo le strade di Ubud, ed ora la rivedeva mentre se ne tornava al suo villaggio, con in mano pochi spiccioli e un sacchetto di riso. Dopo quell’incontro, Daniel Elber non ebbe più pace. Continuava a domandarsi:

«Perché mai le donne dovrebbero ridursi a chiedere l’elemosina in un paradiso terrestre del genere, circondato da una natura lussureggiante e da un turismo che vive un vero e proprio boom? Questa è una pura e semplice contraddizione».

Dopo essersi informato, Elber scoprì che le mendicanti provenivano dai 36 borghi di Muntigunung, un’area semi-arida che non offriva possibilità di sostentamento né a loro né alle loro famiglie. E allora si domandò: cosa potrebbero fare queste donne in alternativa? A questo punto, nella storia subentra un’altra donna: Karin Vogt, un’esperta di marketing che aveva appena gestito l’ingresso sul mercato europeo di una grande catena statunitense di caffè. Quando Karin Vogt visitò Elber a Bali, gli disse: «L’idea è semplice: cambiamo senso di marcia». Anziché spostarsi dai villaggi per mendicare nei centri turistici, le donne accompagneranno i turisti dai centri ai propri villaggi. Fu così che ebbe inizio il trekking di Muntigunung. Da allora, cinquanta donne di Muntigunung lavorano part-time come guide, accompagnando i turisti in escursioni giornaliere lungo i sentieri che conducono ai villaggi. Il tour costa a malapena ottanta franchi, una parte dei quali va direttamente alle ex mendicanti e ai loro villaggi. «All’inizio, quasi non osavano guardare i turisti negli occhi», racconta Karin Vogt; ma nel corso del tempo le cose sono cambiate: ora le donne, che masticano un po’ di inglese, parlano con gli stranieri e si mostrano fiere di quello che i loro villaggi sono diventati.

In effetti, a Muntigunung si è aperta una nuova era, per la quale il trekking è l’anello di congiunzione che unisce diversi progetti umanitari. Nel frattempo in Svizzera veniva fondata “Zukunft für Kinder”, un’associazione certificata dall’importantissima fondazione Zewo e presieduta da Fritz Lienhard. È il consiglio direttivo di quest’associazione a stabilire le strategie volte a combattere la povertà a Muntigunung.

Primo: acqua. Per nove mesi all’anno, quest’area è così secca che molte donne passavano diverse ore al giorno fuori casa, per raccogliere acqua dal lago Batur o dalla costa. L’obiettivo: 25 litri al giorno di acqua a testa. Ed ecco che, con l’aiuto degli abitanti dei villaggi, si sono costruite grandi vasche per la raccolta dell’acqua e tetti che permettono di convogliare l’acqua piovana in cisterne sottostanti.

«Procediamo un passo alla volta», dice Fritz Lienhard. Un traguardo alla volta: 17 dei 36 villaggi dispongono già di un approvvigionamento idrico – e le donne, libere dal fardello di dover trasportare acqua, hanno più tempo libero. Così sono anche pronte per affrontare il secondo obiettivo: un reddito mensile di 120 dollari a famiglia, che presuppone la creazione di circa mille posti di lavoro per i 5’500 abitanti. Elber e il suo team si sono messi alla ricerca di prodotti che gli abitanti dei villaggi possano confezionare con materie prime locali: tè prodotto da fiori di ibisco, anacardi arrostiti e cestini intrecciati, cui si sono ultimamente aggiunte anche le amache. Ogni prodotto ha poi bisogno di acquirenti. Elber è riuscito allora a trovare il modo di vendere i prodotti, cominciando col presentarli agli ospiti degli hotel di lusso afferenti alla Bali Hotel Association. Bilancio provvisorio: 220 posti di lavoro.

E tutto torna quasi a meraviglia. Come dice Karin Vogt: «Coloro che prendono parte ai tour diventano parte del nostro progetto non appena toccano con mano le condizioni in cui gli abitanti di questa regione sono costretti a vivere». E poiché vedono non solo il problema, ma anche una soluzione, il trekking diventa il veicolo pubblicitario migliore per il progetto di sviluppo di Muntigunung. Karin Vogt è convinta che il modello di trekking di Muntigunung possa essere esportato in maniera ottimale anche in altre regioni: «È possibile colmare tutti i divari del genere, laddove un’estrema povertà convive con ricchi centri turistici». Nel frattempo, il progetto ha fatto parlare di sé a livello internazionale, ricevendo ad esempio il premio di eco-turismo dello Skal, un network mondiale per il turismo responsabile.

Frattanto, l’associazione “Zukunft für Kinder” ha trasferito il trekking in mani locali, sotto forma d’impresa indipendente. Il direttore del progetto, Pande Ketut Pica, afferma: «Sono molto felice di dirigere quest’impresa, perché possiamo dare alle donne di Muntigunung la possibilità di cambiare la propria vita» – ed anche perché ciò gli permette di far ammirare agli ospiti lo splendore di un paesaggio in larga parte ancora inviolato.

E che ne è stato di Ketut e Komang? Ketut fa regolarmente da guida ai turisti nel suo villaggio, in cui vengono intrecciati cestini utilizzando foglie di palma da zucchero. È fiera di poter guadagnare lavorando, e dunque di essere un buon esempio per la figlia. Komang va a scuola – il che era già un obiettivo del progetto di “Zukunft für Kinder”.

www.zukunft-fuer-kinder.ch

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