Curiosità

Dante 'geolocalizzato' a Verona più a lungo di quanto dice la storia

Così sostiene Paolo Pellegrini, docente di Filologia e linguistica italiana, in base a uno scritto che – per riferimenti e stilemi utlizzati – potrebbe essere del Sommo Poeta

Dante in esilio (ritratto)
18 ottobre 2018
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L'esilio a Verona di Dante Alighieri sarebbe più lungo di quanto sino ad ora datato, portando la città veneta ad essere la seconda dimora del Sommo Poeta dopo Firenze. In base a quanto riportato dal sito dell'Ansa, la nuova datazione nasce da una lettera inviata nell'agosto del 1312 da Cangrande della Scala, signore di Verona, all'imperatore Enrico VII. Ad avanzare l'ipotesi è Paolo Pellegrini, docente di Filologia e linguistica italiana all'università di Verona che riprende una lettera già pubblicata un paio di volte in passato. Nello scritto, Cangrande denunciava a Enrico VII i dissensi presenti all'interno dei sostenitori dell'impero, citandone i nomi. Per redigere la missiva, lo stesso si sarebbe servito di Dante, amico e autore di un elogio nei suoi confronti presente nel canto XVIII del Paradiso. La paternità, secondo Pellegrini, è riscontrabile dai riferimenti (due citazioni dalle Variae di Cassiodoro, già usate da Dante in altre lettere, e un richiamo dal Vangelo di Matteo) e dagli stilemi linguistici. Da qui la riscrittura dei tempi di permanenza di Dante a Verona, fino ad ora 'geolocalizzato', in quel periodo, a Pisa o in Lunigiana.

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