Curiosità

'Psicosi isolata di alta quota': quando si impazzisce in montagna

13 dicembre 2017
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In alta montagna può capitare di sentirsi inseguiti, dire frasi senza senso o cambiare percorso senza motivo. È noto e riportato anche dalla letteratura di montagna che in alta quota gli alpinisti possano soffrire di psicosi. I medici avevano sempre collegato questi disturbi alle malattie d’alta quota, causate dalla scarsità di ossigeno, e che possono portare alla morte per edema cerebrale. Ora gli esperti di medicina di emergenza in montagna di Eurac Research di Bolzano e gli psichiatri dell’Università Medica di Innsbruck hanno svolto un’analisi scientifica sistematica e scoperto una nuova sindrome: la psicosi isolata d’alta quota. Una malattia esclusivamente psicotica, di origine sconosciuta, non collegabile ad altre patologie fisiche. I risultati dello studio sono recentemente stati pubblicati nella rivista Psychological Medicine.

Quando nel 2008 Jeremy S. Windsor scalò il monte Everest, fece un’esperienza particolare, capitata anche ad altri alpinisti estremi. A quota 8.200 metri incontrò un uomo di nome Jimmy che lo accompagnò per tutto il giorno, gli disse delle parole di incoraggiamento e poi scomparve improvvisamente. Racconti come questo sono frequenti nella letteratura alpina.

Secondo le informazioni ad oggi disponibili, i sintomi scompaiono completamente scendendo a quote inferiori e non lasciano conseguenze. La prossima primavera, assieme a medici nepalesi, i ricercatori svolgeranno altre analisi nell’area dell’Himalaya, anche per capire quanto frequente sia questa sindrome.

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