Curiosità

Che scienziati, i Beatles: dall'astronomia all'intelligenza artificiale

15 maggio 2017
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"Ciao, qui è John che parla. Come ti chiami?"/ "Viviana"/ "Ciao, Viviana". Comincia così l'intervista, del 2016, di Viviana Ambrosi a John Lennon, che non sarebbe stata possibile se non fosse per il John Lennon Artificial Intelligence Project, un Beatle artificiale programmato attraverso oltre mille dichiarazioni ed interviste rilasciate in vita dal musicista.
Chiunque può "contattare" John Lennon, sul sito del progetto, ed è solo una delle tantissime curiosità raccolte da Viviana Ambrosi nel libro "La scienza dei Beatles" (LuoghInteriori), che ha un'altra particolarità: in una praticamente sconfinata bibliografia sui quattro ragazzi di Liverpool (si parla di oltre 3.500 libri) nessuno aveva mai affrontato questo tema. C'erano la filosofia dei Beatles, la psicologia dei Beatles, il Vangelo dei Beatles, la cucina dei Beatles, il cinema dei Beatles, il management con i Beatles, ma con la scienza nessuno si era mai cimentato.

Partendo da un'esperienza fatta al corso di comunicazione scientifica della Sissa di Trieste, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati, l'autrice naviga sul suo ideale Sottomarino Giallo dalla matematica alla chimica, dalla biologia alla paleontologia, dalla meteorologia alla climatologia, giungendo alla medicina e alla tecnologia per approdare infine alla criminologia e alle tecniche forensi dove affronta, in termini scientifici, la vexata quaestio del Paul è vivo/Paul è morto?
Nel libro ci sono l'ominide nostro antenato chiamato Lucy perché nella tersa notte africana della scoperta del fossile risuonavano le note di Lucy in the sky with diamonds; il premio Nobel della medicina assegnato all'inventore della Tac, che aveva lavorato alla ricerca grazie a dei finanziamenti provenienti dalle royalties del White Album beatlesiano; la canzone Across the Universe inviata con un radiotelescopio dalla Nasa verso Alpha Centauri per celebrare i propri cinquant'anni di attività. Ci sono poi l'asteroide chiamato nel 1998 Beatles, 15 anni dopo che quattro asteroidi avevano avuto il nome di ciascun baronetto; il verme chiamato Greeffiella beatlei per la sua peluria a caschetto; il giardino botanico From life to life: a garden for George, inaugurato dalla regina Elisabetta II in memoria del Beatle valente giardiniere; la McCartney Rose e l'iris Ringo, la viola Penny Lane e la verbena Michelle. Senza dimenticare il crisantemo Yoko Ono. E per finire, solo richiamando l'infinità di piatti e leccornie dedicate nel mondo ai miti beatlesiani, un brindisi con una Beer Prudence o con un Tell me wine, accompagnato da uno spiedino di I want to hold your Ham.

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