Auto e moto

 La mia Africa

L’Africa Twin dà la possibilità di raggiungere qualsiasi meta e dona esperienze di guida gratificanti su tutti i percorsi
15 febbraio 2016
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Abbiamo testato la novità più importante di casa Honda per il 2016, la CRF 1000L Africa Twin, discendente del modello nato nel 1988 con la XRV650 poi evoluto con la XRV750 dal 1990

Il primo prototipo, presentato al salone di Milano 2014, aveva suscitato l’entusiasmo degli appassionati del modello originale. In questo anno abbondante trascorso dal primo lancio si è fatto un gran parlare della nuova nata, appena si sentiva pronunciare Africa Twin i discorsi si animavano di ricordi indelebili, adesso la mitica Africa è realtà e, dai concessionari, vi attende per un giro di prova. La Honda rilancia la sua nuova creatura in un mercato denso di moto da 1200cc, 150cv e 280 kg di peso. Inversione di tendenza o ritorno al passato, sta di fatto che una Honda così polivalente mancava dal listino da 13 anni. La nuova Africa Twin è stata sviluppata con un concetto di base chiaro: una moto Adventure a tutti gli effetti, capace di percorrere qualsiasi tipo di strada e capace di raggiungere qualunque meta. Esteticamente la moto è molto bella, ha uno sguardo aggressivo ma al tempo stesso cordiale, la linea snella lascia trasparire la consistenza di un progetto chiaro: una moto che va al sodo, fatta per un uso intenso su tutti i terreni.

Motore

È stato sviluppato un motore bicilindrico parallelo per contenere gli ingombri longitudinali e verticali, con questa soluzione i tecnici sono riusciti ad abbassare il baricentro pur mantenendo una notevole luce da terra. Sulla precedente XRV750 Africa Twin, l’ordine di scoppio e le ‘pulsazioni di potenza’ del motore bicilindrico a V di 52° assicuravano eccellente trazione e precise sensazioni sul livello di aderenza del pneumatico posteriore. Sulla nuova CRF1000L lo stesso risultato è stato ottenuto con gli scoppi irregolari determinati dalla fasatura a 270° dell’albero motore. Inoltre, la disposizione intelligente delle varie componenti ha effetti positivi non solo sul comportamento dinamico, ma anche dal punto di vista estetico. La pompa dell’acqua è alloggiata all’interno del carter frizione, ed è azionata dal contralbero di bilanciamento anteriore. Stessa soluzione per la pompa dell’olio, azionata dal contralbero di bilanciamento primario della CRF1000L.

In sella

Si percepisce da subito una specie di simbiosi, un’ergonomia esemplare, i comandi semplici e al posto giusto, la distanza tra sella e manubrio è confortevole. Si nota soprattutto di essere seduti su una moto stretta e questo dà un senso di avere tra le mani un mezzo dalla grande manovrabilità. I tecnici ci spiegano le varie funzioni di settaggio; la versione con il cambio automatico ha le seguenti regolazioni: Cambio: D oppure Sport, dentro questo settaggio troviamo S1-S2-S3 Controllo di trazione: T1-T2-T3 oppure disattivato G: regolazione specifica per il cambio in fuoristrada ABS: si può disattivare sulla ruota posteriore. Stessa dotazione per la versione con il cambio manuale ma senza il tasto G e il cambio è un sei marce. Le sospensioni hanno le seguenti regolazioni: precarico molla-compressione idraulica ed estensione idraulica sia sulla forcella che sul mono ammortizzatore posteriore. La sella ha due regolazioni in altezza: 870 e 850 mm, inoltre è prevista un’opzione per abbassarla ulteriormente.

Si parte

Ci troviamo in Corsica e la giornata è piovosa, siamo ugualmente contenti di provare una moto adventure in queste circostanze, perché la nuova Africa Twin è stata concepita per percorrere qualsiasi tipo di strada nelle condizioni più disparate. Il percorso prevede strade asfaltate dentro e fuori località in cui alterneremo moto con cambio manuale, moto dotate di cambio a doppia frizione DTC e, infine, ci aspetta anche un lungo percorso sterrato dove gli organizzatori ci faranno provare le moto equipaggiate con gomme tassellate.

Feeling immediato

Il fondo stradale non è dei migliori e ci intimorisce un po’. La moto risulta ben bilanciata, fa lavorare bene i pneumatici e, dopo pochi chilometri, le nostre incertezze svaniscono, lasciando spazio al puro piacere di viaggiare alla scoperta di paesaggi nuovi. La protezione aerodinamica è ottima e priva di noiose turbolenze, abbiamo particolarmente apprezzato i comandi che sono molto intuitivi. Sopratutto ogni regolazione elettronica ha un suo pulsante, perciò la scelta dei vari settaggi risulta immediata, lasciando intatta la concentrazione alla guida.

Sterrato

In queste condizioni si avverte ancora di più il bilanciamento generale accennato in precedenza, le sospensioni dalla elevata escursione (230 mm ant. – 220 mm post.) risultano confortevoli, sono scorrevoli e ben controllate. La nuova Honda è molto stabile, sul veloce galleggia bene (ancora meglio con le gomme dedicate al fuoristrada) ed è precisa e maneggevole anche sul lento. L’ottima ripartizione dei pesi e la grande linearità del bicilindrico fanno sembrare la moto più leggera del peso dichiarato dalla casa. Ci troviamo a fare delle curve in derapata, disinseriamo l’ABS al posteriore e cominciamo la curva bloccando la ruota dietro, diamo una dose di gas e manteniamo la moto di traverso, stringiamo il raggio e riusciamo a fare un’inversione di marcia con estrema naturalezza. La stessa manovra la proviamo con la moto dotata di cambio a doppia frizione e funziona benissimo, la curva la chiudiamo con facilità, la gestione del gas è ottima. Durante il percorso siamo passati dalla moto con cambio manuale a quella dotata di DTC senza alcun problema di adattamento. Abbiamo fatto questi esempi per spiegare quanto è intuitiva e malleabile la nuova Africa Twin, dopo pochi minuti ci siamo resi conto di riuscire a fare con naturalezza cose che prima ritenevamo fossero molto più impegnative con una “stazza” del genere. Mettere in vendita una moto con un nome così importante sulla carenatura poteva essere un rischio, ma i tecnici hanno fatto un’ottima moto e il “mito” ha sicuramente una subentrante all’altezza della situazione. A nostro parere Honda ha fatto centro, era da un po’ di tempo che molti appassionati in Europa aspettavano una moto specialistica e di carattere.

Scheda tecnica

MotoreBicilindrico in linea a 270°, 4 tempi, 4 valvole per cilindro, raffreddato ad acqua
Cilindrata998 cc
Alesaggio corsa92 x 75,1 mm
Potenza max70 kW a 7’500 g/min (95/1/EC)
Coppia max98 Nm a 6’000 g/min (95/1/EC)
Sospensione anterioreForcella rovesciata a cartuccia Showa ø 45 mm regolabile nel precarico, compressione ed estensione. Corsa 230 millimetri
Sospensione posteriorePro-Link con monoammortizzatore Showa regolabile nel precarico, compression ed estensione. Corsa 220 millimetri
Freno anterioreDoppio disco idraulico di 310 mm a 4 pistoncini, ABS
Freno posterioreDisco da 256 mm a singolo pistoncino, ABS disinseribile
PrezzoDa 14’090 franchi

 

 

 

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