#gaia #wwf

La guerra dei corni!

(naturepl.com / Mark Carwardine)
18 marzo 2017
|

Qualche settimana fa, ha fatto il giro del mondo la notizia della morte di Vince, un rinoceronte bianco che si trovava all’interno dello zoo di Thoiry, alle porte di Parigi.
Vince non è morto di vecchiaia e neanche di malattia. No. È stato ucciso dai bracconieri. Sembra una storia assurda, eppure è quello che hanno fatto pur di impossessarsi del suo corno. Non era mai successo in Europa e nessuno poteva immaginare che i bracconieri arrivassero a tanto. Questi criminali sono disposti a tutto: un corno di rinoceronte può fruttare fino a quarantamila euro sul mercato nero. I maggiori consumatori si trovano in Asia, dove il corno viene venduto come “pozione magica” in grado di “guarire” qualsiasi malanno. In Vietnam, il corno di questo animale è considerato un bene di lusso, in quanto gli si attribuiscono proprietà curative e lo si utilizza come ricostituente contro gli effetti negativi del consumo di alcolici. Si è arrivati addirittura a considerarlo come una preziosa forma di investimento. Inutile dire che il corno di rinoceronte è composto dallo stesso materiale delle nostre unghie e quindi non può guarire nulla.

I numeri
Nel 2016, grazie agli sforzi del WWF, in Sudafrica il numero di rinoceronti morti per mano di bracconieri è calato del 6 per cento.
Ma non è ancora abbastanza. Nel 2016, infatti, si contano ancora 1’054 rinoceronti uccisi. Nel 2007 erano “solo” 13. L’80% di questi animali vive in Sudafrica e un altro 15% si trova fra la Namibia e lo Zimbabwe, dove, da qualche anno a questa parte, i bracconieri hanno iniziato a colpire. Il 90% di questi animali che viveva in Kenya invece ora è sparito. Negli ultimi anni – grazie ai progetti del WWF – la popolazione di rinoceronti africani è aumentata con un tasso di crescita del 7% per il rinoceronte bianco e del 4,8% per il rinoceronte nero. Nonostante il quadro sia drammatico, è ancora possibile sperare. Verso la fine del XIX secolo sembrava che il rinoceronte bianco fosse irrimediabilmente votato all’estinzione, invece oggi se ne contano oltre 14mila esemplari. Anche gli effettivi di rinoceronte nero hanno registrato un discreto aumento rispetto alla metà degli anni 90, passando da 2’400 a oltre 4mila unità. Insieme al network TRAFFIC (Trade Records Analysis of Flora and Fauna in Commerce) combattiamo il commercio illegale di specie, e favoriamo lo spostamento di rinoceronti neri per mantenere stabile la riproduttività delle popolazioni nella zona di KwaZuku-Natad (dove purtroppo il bracconaggio è aumentato del 36%).

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔