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La Rete Smeraldo

(Niall Benvie)
18 novembre 2017
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Anche se la natura non si ferma di certo di fronte alle linee di demarcazione tracciate dall’uomo, solitamente la protezione di specie animali e vegetali e dei loro habitat è una questione nazionale ed è limitata dalle frontiere politiche. La Rete Smeraldo costituisce un’eccezione a questa regola. Si tratta infatti di un progetto ambientale a livello europeo, una rete ecologica composta da aree di particolare interesse per la conservazione della natura e ricche di biodiversità. La Rete Smeraldo si prefigge l’obiettivo di proteggere specie animali e vegetali minacciate e preservare i loro biotopi da interventi umani eccessivi. Ma questo non è sufficiente: per rendere veramente efficace la protezione di piante e animali minacciati o in pericolo è necessario mettere in pratica delle azioni per collegare tra loro questi spazi vitali rari, allo scopo di favorire il ricambio genetico ed evitare i molteplici effetti negativi dell’endogamia (riproduzione tra membri dello stesso gruppo genetico).

La Rete Smeraldo è nata in occasione del Comitato permanente della Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, conosciuta anche come Convenzione di Berna.

A livello europeo la Svizzera ha giocato il ruolo di vero e proprio pioniere, infatti nel 2012 sono state registrate nell’elenco europeo le prime aree protette, tutte e 37 svizzere. Di queste 37 zone particolarmente ricche di biodiversità, 8 si trovano in Ticino. Tra le nostre “perle di biodiversità’’ troviamo il paesaggio palustre del Piano di Magadino, il Monte Generoso e la Valle di Muggio, che con i loro prati secchi costituiscono uno degli ultimi luoghi in Svizzera in cui cresce la Peonia (Paeonia officinalis) allo stato selvatico; troviamo inoltre gli ambienti in continua mutazione delle golene della Maggia e della Tresa, che offrono habitat ad anfibi, rettili, insetti e uccelli, come per esempio il coloratissimo Martin Pescatore.

Inoltre la zona denominata Colombera (che viene presentata in modo più dettagliato nell’articolo di spalla qui sotto) costituisce un importante rifugio per molte specie di anfibi, tra i quali anche la Rana di Lataste (Rana latastei). Questo animale è minacciato a livello europeo, ma sorprendentemente se ne contano moltissimi esemplari nel Mendrisiotto. La Svizzera ha dunque un’importante responsabilità nei confronti di alcune specie animali e vegetali, che, come la Rana di Lataste, sono in pericolo in Europa ma ancora diffuse nel nostro Paese. Risulta quindi evidente l’importanza di una rete europea come la Rete Smeraldo, che si impegna per la salvaguardia di specie animali e vegetali e dei loro spazi vitali.

Rari e protetti

Bianca come la neve, durante la stagione invernale. Bruna come il terreno, durante l’estate: la pernice bianca (Lagopus muta) riesce a sopravvivere anche a meno 50 gradi, adattandosi in modo eccezionale al freddo gelido e alle dure condizioni di vita dell’alta montagna. Vive oltre i 1’800 metri e nidifica fino a 2’800 metri in piccole buche del terreno, sotto le pietre o tra gli arbusti che trova. Prima dell’inverno la pernice cambia abito e indossa un piumaggio candido e più denso. In questo periodo dell’anno anche le dita delle zampe sono ricoperte da piume, in modo che la pernice possa camminare sulla neve con più facilità.

Il tritone crestato (Triturus cristatus) è un anfibio a rischio: durante il periodo degli amori il maschio presenta un’imponente cresta dorsale che lo fa sembrare un piccolo drago. Dorso e fianchi sono di colore da marrone scuro a nero, cosparsi di macchie nere tondeggianti. I lati sono punteggiati di bianco. La femmina invece non ha la cresta. Questo curioso animale può raggiungere una lunghezza totale di 21 cm. I maschi di regola sono più piccoli delle femmine. Come accade per gran parte degli anfibi, il tritone crestato è minacciato soprattutto dalla mutazione e scomparsa degli ambienti in cui vive e si riproduce.

Il picchio rosso mezzano (Dendrocopos medius): questo uccello abita soprattutto nei boschi con vecchie querce e, per quanto riguarda l’habitat, è il rappresentante più specializzato della sua famiglia. Le sue popolazioni – che si trovano soprattutto nel Canton Sciaffusa – sono molto minacciate e la sua specie potrà sopravvivere nel nostro Paese solo se verranno conservati estesi querceti. Al contrario di altri picchi, il picchio rosso mezzano tambureggia solo molto raramente. Marca il territorio attraverso un richiamo che può sembrare un lamento. Ha un becco corto che è ideale per frugare nel legno marcio.

Il Cervo volante (Lucanus cervus L.) è uno dei più grandi coleotteri europei e deve il suo nome alle enormi mandibole a forma di corna di cervo che presentano i maschi. L’habitat di questa specie è rappresentato dai boschi maturi dove si trovano alberi morti e ceppaie marcescenti, indispensabili per lo sviluppo delle larve. Le popolazioni di cervo volante si sono via via ridotte e questo è avvenuto soprattutto nell’Europa settentrionale. Nel Sud delle Alpi, nonostante una diminuzione iniziata negli anni 70, le popolazioni si sono invece mantenute in buono stato, diversamente da quanto accaduto nel Nord delle Alpi e in molti Paesi europei dove le popolazioni di pianura sono scomparse o fortemente minacciate.

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