L'editoriale

Le Alpi, il Gottardo e la città diffusa

19 aprile 2016
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“La montagna ‘unisce ciò che sembra separare’, come affermò lo scrittore Carl Spitteler a proposito del Gottardo, in un’opera che gli era stata commissionata a fine Ottocento dalla Compagnia ferroviaria”. Ce lo ricorda Marco Marcacci in un illuminante contributo nell’appena pubblicato ‘Frontiere e coesione’ dello stesso autore con Oscar Mazzoleni e Remigio Ratti (Armando Dadò Editore). Il Gottardo, dunque come asse di collegamento ma anche zona d’osmosi, dove tutto passa e muta; si contamina e unisce a prescindere dalle lingue, dalla storia e dalle tradizioni. Le Alpi mediatrici di conflitti e dunque ‘enti’ di coesione elvetica tra lo stesso universo alpino e la realtà urbana. È questa la sfida che si rinnova con l’apertura della galleria di base del Gottardo che ben presto collegherà Bellinzona a Zurigo in soli 90 minuti. Ha ragione Paolo Beltraminelli, presidente del Consiglio di Stato, quando dice che “saremo [col nuovo tunnel ferroviario, ndr] parte sostanziale della regione di Zurigo”. Che vuol dire, realtà suburbana tutta da definire. Non è una cosa da poco. Non serve essere visionari per immaginare le profonde trasformazioni urbane che coinvolgeranno la Svizzera e l’intera Europa nei prossimi dieci, vent’anni. Il rapporto fra realtà urbana e periferia – in una società, per dirla con Bauman, dove già oggi tutto il mondo è in una città e le stesse città sono un solo mondo – sarà un processo continuo, conflittuale e dinamico. Citando ancora Beltraminelli, il Canton Ticino nei prossimi anni “sarà parte integrante della Svizzera nella quotidianità”. E non avremo più alibi, ha aggiunto. Perché non saremo più, nei fatti, alla periferia dell’impero. Vivremo una giornata che potrà esser fatta di un lavoro a Zurigo, una residenza primaria a Bellinzona e una serata con gli amici a Lucerna. Senza pensarci due volte. Lo spazio urbano che orbita attorno alla Limmat, detta altrimenti, sarà il nostro spazio fisico e (soprattutto) mentale; contenitore unico della nostra vita giornaliera. Per non parlare del Canton Ticino che a quel punto (venti minuti in treno fra Locarno e Lugano!) potrebbe assumere le sembianze di un grande e unico quartiere (valli comprese). Con la nuova trasversale ferroviaria alpina, per dirla tutta, salteranno le frontiere interne che ci separano, nei fatti e nelle menti, dal resto della Confederazione. Sarà questa la nostra vera ‘libera circolazione’ delle persone, in uno scenario tutto da inventare.

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