L'analisi

Inizia la battaglia per le presidenziali negli Stati Uniti

Mentre la sinistra del partito democratico litiga e Trump viene 'eletto' come presidente più inetto, c'è attesa per le primarie nello Iowa tra due settimane

I sondaggi dicono che Trump è impopolare, ma potrebbe farcela lo stesso (Keystone)

Come antipasto a due decisive settimane per la politica Usa, la sinistra del partito democratico ha finalmente offerto al pubblico qualcosa realmente di sinistra: un litigio. Uno scontro ‘live’ davanti a milioni di spettatori. Il battibecco, avvenuto al termine di un dibattito elettorale tra candidati alle primarie, ha visto impegnati i due ‘frontrunners’ dell’ala radicale del Democratic Party, i senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren che i sondaggi danno entrambi vincenti in un ipotetico duello con Donald Trump. Questi invece ha preferito consacrare le proprie energie per le consuete mitragliate di messaggi sconclusionati via Twitter e per abrogare, nel giorno del 56esimo compleanno dell’ex first lady Michelle, le disposizioni alimentari che quest’ultima aveva introdotto nelle scuole per lottare contro l’obesità infantile.
L’ordine di Trump è una celebrazione del cibo spazzatura: meno frutta e verdura, più pizze, hamburger, patatine fritte. Forse l’ossessione di cancellare su tutti i fronti il retaggio degli Obama, forse un’operazione per distogliere l’attenzione dal processo per destituzione che si aprirà domani al Senato, o forse qualcosa che sfugge a tutti noi, sta di fatto che il presidente sembra allergico a quel decoro che i padri fondatori avevano riservato alla massima carica del Paese.
Nella pagella dei presidenti appena stilata da 200 accademici bipartisan, lui appare all’ultimo posto, considerato il più inetto (‘unfit to run’) di tutti, peggiore di George W. Bush e anche di James Buchanan, l’uomo considerato responsabile dello scoppio della guerra di secessione. E se oggi possiamo annoverarlo anche tra i pericoli per la sicurezza alimentare dei bimbi americani, da tempo l’opinione pubblica internazionale lo considera una minaccia per la pace mondiale. Peggiore del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, dell’iraniano Ali Khamenei o del russo Vladimir Putin, sostiene un sondaggio realizzato in Germania e pubblicato dall’insospettabile Fox Tv. Un pentolone dove ribollono gli ingredienti e gli istinti peggiori, le decisioni sconclusionate, i capricci e l’improvvisazione: se questa è l’immagine della Casa Bianca presso gran parte del pubblico, ci si può chiedere perché vi sia ancora molta incertezza sull’esito delle prossime presidenziali di novembre. I sondaggi ci dicono che il terzo presidente ‘impeached’ della storia (la destituzione appare molto improbabile) è impopolare.

Eppure memori delle spavalde ed errate previsioni delle ultime presidenziali, gli analisti non escludono che ce la possa fare a essere rieletto. Anche (ma non solo) per effetto delle divisioni che lacerano l’opposizione, quelle tra moderati (tra cui l’ex vicepresidente Joe Biden e il giovane Pete Buttigieg dell’Indiana) e radicali (in particolare i due senatori del New England Elizabeth Warren e Bernie Sanders).

Fra due settimane il primo test, quello delle primarie (caucus) dell’Iowa, ci dirà se la base del partito considera che per battere “il peggior presidente della storia” l’opposizione opterà per la continuità con una politica di moderazione e correttivi (Clinton/Obama) o per uno scossone, che riorienti il sistema economico e sociale, sulla base del Green New Deal, il modello che associa ambientalismo e ridistribuzione della ricchezza e che sembra contare tra i nuovi adepti anche la commissaria europea Ursula von der Leyen. Sta di fatto che per battere Trump l’opposizione dovrà in primis far qualcosa di particolarmente innovativo: eclissare gli egotismi e unire le proprie forze.

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