L'analisi

Vergogna e tradimento

Sono sull’attenti, indossano un’uniforme rosso-fiammante, fanno il saluto militare con manifesto orgoglio patriottardo

14 ottobre 2019
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Sono sull’attenti, indossano un’uniforme rosso-fiammante, fanno il saluto militare con manifesto orgoglio patriottardo. Il loro sguardo punta alla folla che li acclama. Ma non sono soldati. I giocatori della nazionale turca hanno pensato di celebrare così il gol con il quale hanno sconfitto l’Albania. Si potrebbe confinare questo gesto nell’ennesima dimostrazione di irresponsabile beceraggine da stadio, alla quale hanno fornito in passato il loro significativo contributo pure giocatori rossocrociati d’origine albanese. Il momento in cui avviene questa esternazione militar-sportivo-nazionalista racconta però altro. Nel momento in cui le forze di Ankara aggrediscono i curdi nel Nord della Siria, il gesto dei giocatori incarna alla perfezione quello che alcuni commentatori in passato avevano definito l’islamo-fascismo di Erdogan. Un’equazione i cui elementi che si assommano sono l’islamismo politico e il nazionalismo di matrice ottomana con malcelata nostalgia imperiale. Consegnando la regione del Rojava al caos e ai turchi, il presidente americano ha commesso il maggior errore della sua cacofonica presidenza, facendo un favore a tutti i suoi principali antagonisti, dalla Russia agli islamisti arabi mettendo a repentaglio il controllo dei campi di detenzione dove sono intasati militanti e famiglie dell’Isis. Senza dimenticare che l’Esercito libero siriano pullula di jihadisti di diversa matrice: l’Els fa il lavoro sporco sul terreno (esecuzioni capitali, saccheggi) mentre le forze turche bombardano con l’aviazione e l’artiglieria. La mossa di Trump assume i contorni di un’autorete strategica realizzata in chiave apertamente elettoralistica (ripiegamento sugli interessi monetizzabili in base al principio “America First”). Il risultato di un tradimento che allunga un’ombra di vergogna su tutto l’occidente è già sotto i nostri occhi: centinaia di morti, oltre 130mila sfollati, l’occupazione di città come Ras al-Ayn che provocherà esodi di massa. Donald Trump aveva, con un’analisi surreale, spiegato che se gli americani abbandonano ora i curdi non bisogna dimenticare che durante lo sbarco di Normandia, 75 anni fa, furono proprio loro, i curdi, a non dare una mano agli americani. Certo è che di quell’America che salvò l’Europa nella seconda guerra mondiale, oggi non rimane più un granché. L’America che abbandona alla mercé di uno spregiudicato satrapo gli stessi uomini che hanno sconfitto lo Stato islamico, si macchia di un’infamia che, dall’antichità greca ai nostri giorni, passando da Shakespeare, è moralmente la peggiore delle viltà.

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