Dal ‘Great Reset‘ alle pandemie programmate, evitiamo le teorie cospirazioniste che rendono impossibile discutere delle sfide che ci attendono
Nel suo ultimo ‘Spazio libero’ – un publiredazionale a pagamento –, Alberto Siccardi riprende le tesi complottiste di un arcivescovo italiano, Carlo Maria Viganò, che tra le altre cose accusa Fondo monetario internazionale e Bill Gates di voler imporre alla popolazione mondiale i vaccini contro Covid-19 e Covid-21, aggiungendo d’avanzo anche l’abolizione della proprietà privata.
E questo è tutto sommato uno dei passaggi meno stupefacenti della lettera aperta che Viganò ha scritto a Trump lo scorso ottobre, dalla quale Siccardi attinge ampie citazioni: la pandemia come complotto per imporre un nuovo ordine mondiale fatto non solo di vaccini obbligatori e fine della proprietà privata, ma anche di tracciamento e sorveglianza globale, cancellazione dei debiti personali e altre imprecisate misure liberticide; per chi non si piegherà, campi di detenzione e confisca di beni (in teoria superflua, vista l’abolizione della proprietà privata). È il ‘Great Reset’ che Forum economico mondiale e altri gruppi internazionali starebbero organizzando per la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Dietro tutto questo c’è ovviamente Satana, anche se Viganò ci ha messo un po’ a rendersene conto visto che a marzo, in un’intervista, attribuiva la pandemia all’altro fronte, come punizione divina per peccati come “il diritto all’aborto, all’eutanasia, alla sodomia”.
Ora, Siccardi trova questo compendio di tesi complottiste “utile perché descrive queste tendenze e questi pericoli per la nostra cultura”. Concordo che sia utile: ma per rendersi conto di come una persona istruita e di cultura come un arcivescovo possa reagire di fronte ai cambiamenti della società. Come base per una riflessione sui temi che Siccardi vorrebbe affrontare, quel complottismo lì è inutile se non dannoso. Perché riconduce aspetti molto diversi – gestione di debiti pubblici e privati, obbligatorietà dei vaccini, sorveglianza e tracciamento da parte di governi e aziende private, pressioni politiche e altro ancora – a un’unica causa, la congiura globale del ‘Great Reset’, privandoci della possibilità di avviare una discussione seria su cosa sta accadendo.
Così, invece di dibattere seriamente sul senso e l’opportunità degli interventi non farmaceutici – che, certo, sono limitazioni della libertà: tutto sta nel vedere se sono giustificate –, ci si ritrova a dover smentire informazioni false o fuorvianti. Così faremo in conclusione di questo articolo, pescando solo alcuni dei punti sollevati da Siccardi. No, non è possibile “chiudere improvvisamente i circuiti di Internet”, perché non c’è un singolo punto di accesso che si possa spegnere, per quanto si possano implementare blocchi temporanei e locali. Sì, Bill Gates nel 2015 ha evidenziato i pericoli rappresentati da una pandemia e la scarsa preparazione ad affrontarla. “Come mai sapeva di questa eventualità?” si chiede Siccardi. Banalmente perché ha studiato: in passato le epidemie non sono mancate (peste, colera, poliomielite, Spagnola…) e non è certo il solo ad aver parlato di malattie emergenti (il famoso ‘Spillover’ di Quammen è del 2012).
Si fanno molte ricerche sulle origini del nuovo coronavirus, con migliaia di articoli pubblicati: non è quindi vero che “gli addetti ai lavori” non dibattono “sul come e da dove questo virus è venuto”. La spiegazione maggiormente accreditata è quella del salto di specie dai pipistrelli, anche se non è stato ancora ricostruito tutto il percorso. Alcuni ricercatori non escludono la fuoriuscita accidentale di un virus naturale da un laboratorio, ma è un’ipotesi su cui è difficile essere obiettivi. Perché? Per via delle tante, inconsistenti teorie del complotto che circolano: per questo è importante mantenere il più pulito possibile il dibattito.