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Per un dibattito responsabile evitiamo i complottismi

Dal ‘Great Reset‘ alle pandemie programmate, evitiamo le teorie cospirazioniste che rendono impossibile discutere delle sfide che ci attendono

Manifestanti polacchi contro Bill Gates, accusato di aver inventato la pandemia per imporre vaccini (Keystone)
20 novembre 2020
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Nel suo ultimo ‘Spazio libero’ – un publiredazionale a pagamento –, Alberto Siccardi riprende le tesi complottiste di un arcivescovo italiano, Carlo Maria Viganò, che tra le altre cose accusa Fondo monetario internazionale e Bill Gates di voler imporre alla popolazione mondiale i vaccini contro Covid-19 e Covid-21, aggiungendo d’avanzo anche l’abolizione della proprietà privata.

E questo è tutto sommato uno dei passaggi meno stupefacenti della lettera aperta che Viganò ha scritto a Trump lo scorso ottobre, dalla quale Siccardi attinge ampie citazioni: la pandemia come complotto per imporre un nuovo ordine mondiale fatto non solo di vaccini obbligatori e fine della proprietà privata, ma anche di tracciamento e sorveglianza globale, cancellazione dei debiti personali e altre imprecisate misure liberticide; per chi non si piegherà, campi di detenzione e confisca di beni (in teoria superflua, vista l’abolizione della proprietà privata). È il ‘Great Reset’ che Forum economico mondiale e altri gruppi internazionali starebbero organizzando per la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Dietro tutto questo c’è ovviamente Satana, anche se Viganò ci ha messo un po’ a rendersene conto visto che a marzo, in un’intervista, attribuiva la pandemia all’altro fronte, come punizione divina per peccati come “il diritto all’aborto, all’eutanasia, alla sodomia”.

Ora, Siccardi trova questo compendio di tesi complottiste “utile perché descrive queste tendenze e questi pericoli per la nostra cultura”. Concordo che sia utile: ma per rendersi conto di come una persona istruita e di cultura come un arcivescovo possa reagire di fronte ai cambiamenti della società. Come base per una riflessione sui temi che Siccardi vorrebbe affrontare, quel complottismo lì è inutile se non dannoso. Perché riconduce aspetti molto diversi – gestione di debiti pubblici e privati, obbligatorietà dei vaccini, sorveglianza e tracciamento da parte di governi e aziende private, pressioni politiche e altro ancora – a un’unica causa, la congiura globale del ‘Great Reset’, privandoci della possibilità di avviare una discussione seria su cosa sta accadendo.

Così, invece di dibattere seriamente sul senso e l’opportunità degli interventi non farmaceutici – che, certo, sono limitazioni della libertà: tutto sta nel vedere se sono giustificate –, ci si ritrova a dover smentire informazioni false o fuorvianti. Così faremo in conclusione di questo articolo, pescando solo alcuni dei punti sollevati da Siccardi. No, non è possibile “chiudere improvvisamente i circuiti di Internet”, perché non c’è un singolo punto di accesso che si possa spegnere, per quanto si possano implementare blocchi temporanei e locali. Sì, Bill Gates nel 2015 ha evidenziato i pericoli rappresentati da una pandemia e la scarsa preparazione ad affrontarla. “Come mai sapeva di questa eventualità?” si chiede Siccardi. Banalmente perché ha studiato: in passato le epidemie non sono mancate (peste, colera, poliomielite, Spagnola…) e non è certo il solo ad aver parlato di malattie emergenti (il famoso ‘Spillover’ di Quammen è del 2012).

Si fanno molte ricerche sulle origini del nuovo coronavirus, con migliaia di articoli pubblicati: non è quindi vero che “gli addetti ai lavori” non dibattono “sul come e da dove questo virus è venuto”. La spiegazione maggiormente accreditata è quella del salto di specie dai pipistrelli, anche se non è stato ancora ricostruito tutto il percorso. Alcuni ricercatori non escludono la fuoriuscita accidentale di un virus naturale da un laboratorio, ma è un’ipotesi su cui è difficile essere obiettivi. Perché? Per via delle tante, inconsistenti teorie del complotto che circolano: per questo è importante mantenere il più pulito possibile il dibattito.

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