Commento

Supernorman, siamo alla carnevalata!

Riflettiamo un attimino: il tema concerne anche gli abitanti del nostro cantone! Oh bella! Ci si ricongiunge almeno in due o no?

13 novembre 2020
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Un tempo erano soltanto gli 007 a piazzare invisibili cimici nelle stanze del potere, ma ai nostri giorni è ovvio che un microfono volante può sempre essere nell’aria. Soprattutto se si sta per andare in onda e, proprio accanto, c’è una giornalista che ne impugna uno grande come un gelato ed è pronta a fare una raffica di domande dopo una conferenza stampa indetta di domenica sulle nuove severe misure anti-Covid. Ma Norman Gobbi, attuale presidente del governo cantonale, non deve averci badato quando ha esternato dicendo ‘Chiedano agli italiani, che caxxo me ne frega a me!’ rispondendo al nostro caporedattore centrale che, prima di passare su Teleticino, gli ha allungato una domanda sul problema dei ricongiungimenti familiari. Tema caldo ora che la Lombardia ha decretato il lockdown e limitato gli spostamenti.

'Caxxo me ne frega', che stile!

Però che stile, Supernorman! Che abbia sentito l’odor di ramina e frontaliers e gli sia scappata la frizione? Come inoltre sappiamo, già il governo ha poi dovuto correggere le disposizioni-killer sul fronte della cultura che i ministri avevano appena presentato quella domenica, passando nel giro di poche ore da 5 miseri posti a 30 massimi. Bastava già questo (e, tra l’altro, ci saremmo aspettati anche due parolette di scuse), o no? Col senno di poi un’altra uscita a gamba tesa non ci voleva proprio, che ne dite? Per di più, quando, si era chiamati a dare informazioni su una questione davvero concreta e umanamente difficile da vivere per chi si trova confrontato con situazioni di separazioni obbligate. Roba da matti. Eppure tant’è. Dài, mettiamola così: siamo alla carnevalata e non ce ne vogliano quelli del Rabadan.

Il tema ci concerne direttamente!

Già troviamo inaccettabile che un ministro affermi di fregarsene se gli italiani hanno problemi, perché devono ‘smazzarseli’ loro. Si tratta di famiglie spezzate, di relazioni sospese. Ma poi, riflettiamo un attimino: il tema concerne anche gli abitanti del nostro cantone! Oh bella! Ci si ricongiunge almeno in due o no? E allora tanti cittadini ticinesi, magari anche qualche patrizio da dieci generazioni, vogliono poter rivedere qualche nonno/a, zio/a, madre/padre, figlio/a, fidanzata/o che abita di là. Un diritto più che sacrosanto che va considerato e che merita ben altre risposte (evitando espressioni ‘colorite’!).

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