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Super League: dubbi, iniquità e spettacolo

Lo Zurigo schiera la Under 21 per almeno due partite, la regolarità della competizione è compromessa, ma quanto è bello questo campionato

13 luglio 2020
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Il campionato più strano e discusso di sempre è salvo. Al netto di tutte le contraddizioni che contiene, ce lo possiamo godere per quello che ci sta regalando, in termini di incertezza, spettacolo, emozioni. E non è poco, alla luce delle lotte che lo hanno preceduto, dei timori che non sono ancora stati fugati. Con una pennellata di buoni sentimenti, salutiamo quindi con piacere la decisione di non interrompere il campionato a seguito dei casi di positività al coronavirus che hanno colpito l’Fc Zurigo.

Passi per le dinamiche commerciali che determinano se un campionato interrotto per motivi sanitari debba ripartire o meno. Sì, la Super League è ripartita per una questione economica. Di importanza superiore - agli occhi di chi ha le chiavi del regno pallonaro - del ruolo sociale che lo sport ha, del peso dell’intrattenimento, della condivisione di spazi vitali che ci rende tutti migliori, dopo i mesi lugubri del lockdown. Tutti argomenti validissimi di cui è facile riempirsi la bocca quando si ragiona sul presente e sul futuro dello sport, che però, fronte calcio, scivolano in secondo piano, oscurati dai diritti televisivi sui quali la Swiss Football league (Sfl) si regge.

Regolarità compromessa

Non possiamo però sorvolare sulla regolarità del campionato che risulta compromessa. Lo Zurigo, tranquillo a centroclassifica, è libero di schierare le seconde linee per un paio di match, ma questi suoi margini di manovra hanno un’incidenza pesante sul destino delle avversarie e sulla competizione. Il Basilea, prossimo avversario, è impegnato nella lotta per l’Europa. Lo Young Boys contende il titolo al san Gallo in una lotta punto a punto che potrebbe essere decisa proprio dal comodo successo che si profila per l’Yb sabato. 

Lega impreparata

E che dire dell’impreparazione della citata Lega, colta di sorpresa dalla quarantena dei tigurini imposta dalle autorità cantonali, in barba (giustamente) al protocollo di Sfl che non prevedeva tale eventualità? Lo hanno fatto ricominciare, questo campionato, ragion per cui era logico che facessero di tutto per farlo proseguire, evitando così di sconfessare quanto sostenuto strenuamente. Dopo aver lasciato per strada una generosa razione di credibilità, avrebbero anche perso la faccia. Sia al cospetto di chi ha sempre perorato la causa della ripresa (anche se tutto sommato una guida debole potrebbe non dispiacere a chi pretende di dettare legge), sia (soprattutto), di fronte a chi ha invece sempre chiesto l’annullamento di una stagione portata avanti per fare l’interesse di alcune società che hanno parecchio da perdere, in caso di stop. Voci rimaste inascoltate, in quanto non sufficientemente rappresentative. O rappresentate, a Palazzo.

Un sospiro di sollievo, ragionando in banali termini sportivi, lo possiamo però tirare. Sarebbe stato un peccato mandare all’aria la lotta per il titolo che coinvolge una matricola come il San Gallo, l’intrusa nel duello storico (quindi ripetitivo e noioso) tra Young Boys e Basilea. Una ventata di freschezza come l’Atalanta in serie A, che si immischia nelle faccende riservate alle storiche grandi, attirando simpatie trasversali.È bagarre per l’Europa, con una neopromossa come il Servette che rende tutto inedito, quindi gustoso. È battaglia anche in fondo, contro la retrocessione, con quattro squadre sulle dieci di un campionato senza spettatori, falsato, ma bello come raramente in passato.

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