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Dalle sardine anti Salvini ai Tik Tok contro Trump

Se si vuole sconfiggere un forte antagonista, lo si deve anche saper affrontare, scegliendo proprio il suo campo di battaglia!

Trump da solo e al buoi (Keystone)
22 giugno 2020
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Sembra impossibile che il presidente degli Stati Uniti d’America, l’uomo più potente del mondo, sia stato sbeffeggiato e preso in contropiede da alcune migliaia di giovanissimi che via Tik Tok hanno dapprima riservato un posto al suo comizio di Tulsa, salvo poi, avanzando finte giustificazioni (la mia auto è rimasta senza benzina, ho emicranie insopportabili, il gatto malato,...), disdire last minute. Risultato: un bel flop, spalti semivuoti, occupati da soli 6200 congressisti su 19 mila posti disponibili. Le impietose immagini della sala hanno già detto tutto.

Come è stato possibile?

Ma come è stato possibile? Pare che il tam tam fra i più giovani - non si sa se e quanto coordinato da chi e come - si sia sparso in frettissima. Talmente in fretta da non destare sospetti, anche perché pare siano stati bravi a cancellare le tracce. A nulla sono valse le dichiarazioni imbarazzate di Trump che ha dato la colpa al pericolo del Coronavirus, alle temute contromanifestazioni e alla crisi economica. Sta di fatto che, proprio nel momento in cui l’inquilino della Casa bianca risulta debole (con Joe Biden in vantaggio nei sondaggi), la beffa via social ha l’effetto di ridicolizzare ‘the president’. Incredibile, ma vero.

L'Italia di Matteo Salvini

Non è il primo caso in cui uomini politici, apparentemente invincibili, che sono stati contrastati per anni con la forza delle idee, con mille ragionamenti e richiami al rischio dei loro estremi messaggi (sforzi questi comunque necessari), vengono oggi sfidati su un altro piano, che non è quello politico in senso stretto. Avete presente l’Italia di Matteo Salvini? Pure lui sembrava imbattibile quando, giorno dopo giorno, alimentava il serbatoio di consensi con nuove provocazioni sempre più nette e profilate. Qualsiasi ragionamento sulla minaccia salviniana con le sue esternazioni incendiarie, per il continuo soffiare su un sovranismo esasperato, sulle divisioni fra buoni e cattivi (bianchi e neri), era destinato a smorzarsi dopo pochi metri. Poi nelle piazze - quelle stesse piazze tanto care alle adunate della sua destra populista - all'improvviso si sono materializzate e moltiplicate le simpatiche sardine. Così il vice-presidente del Consiglio italiano, che ambiva alla poltrona di Giuseppe Conte, è stato raggiunto e messo al tappeto dagli avversari sul suo stesso terreno.

Trump umiliato coi social

Con Trump è avvenuta un po’ la stessa cosa: il grande imprevedibile incontrollabile e pericoloso comunicatore e cane sciolto, avvantaggiato nella campagna elettorale e negli anni di regno da un uso un disinvolto della rete, è stato umiliato proprio con un’operazione social. Forse non basterà tale sconfitta per girare la sua pagina, anche perché lo sfidante ci sembra un tantino spento rispetto al focoso uscente che pare un vulcano in continua eruzione. Vedremo. Ma le sardine e Tik Tok in definitiva cosa ci dicono? Che, se si vuole sconfiggere un forte antagonista, lo si deve anche saper affrontare, scegliendo proprio il suo campo di battaglia: mobilitando i simpatizzanti, scendendo in strada e  comunicando via social. Forme democratiche tradizionali e nuove di manifestarsi, che già anche solo per il fatto di permettere di esserci/apparire e di dire ‘ehi, noi ci siamo!’, ‘un’alternativa c’è’, danno forza e speranza alle truppe in retrovia. In autunno si vedrà.

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