Commento

Il senso di un premio!

Le frontaliere di Ghiggia, Argo1 fra Beltraminelli e Dadò, il Fiscogate e Villalta dell'Argine dei Masoni: quanti casi portati a galla dal giornalismo d'inchiesta che non molla l'osso

29 aprile 2020
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Ricevere un premio fa sempre piacere. Riceverlo in un momento come questo, nel quale si lavora (a regime ridotto) fra mille difficoltà, è ancora più bello. È giusto sottolinearlo nel complimentarci con i due colleghi, Andrea Manna e Jacopo Scarinci, che si sono visti riconoscere il terzo posto allo Swiss Award 2020, nella categoria carta stampata. Un premio nazionale, indetto dalla Fondazione Reinhardt von Graffenried, ottenuto per il servizio intitolato 'Le frontaliere di Ghiggia', che è un riconoscimento al lavoro del giornalista e a un giornalismo di qualità. Un giornalismo che sa essere coraggioso e capace di raccontare fatti e storie che incidono sulle scelte di vita di una comunità. Nel caso, documenti alla mano, i due colleghi sono stati in grado di provare che un candidato del partito di maggioranza relativa, che si presentava per l’elezione al Consiglio degli Stati, predicava una cosa e poi ne faceva un’altra. Sosteneva urbi et orbi che bisognava dare la priorità ai nostri, salvo poi, quando doveva assumere una segretaria, andarla a pescare oltre frontiera. Una scelta da lui fatta a più riprese negli anni con evidente costanza. Nella fattispecie, come spesso accade, l’articolo ha scagliato il sasso in piccionaia; poi, man mano che pubblicavamo altri servizi sulla vicenda, ci ha pensato il candidato medesimo a sprofondare nella palude con gli assurdi tentativi di giustificare l’ingiustificabile.

Analoghe parabole discendenti

Negli anni abbiamo assistito anche ad altre analoghe parabole discendenti. Quando una notizia e la sua scia sono la crepa nella diga… Ne ricordiamo due. La prima, più recente, è quella che ha affossato elettoralmente Paolo Beltraminelli per via dell'incapacità (inazione) nell’affrontare il caso Argo1 (nel quale si è impantanato pure il presidente del suo partito); la seconda - se ne rammenteranno i lettori più maturi - fu lo scandalo Fiscogate, quando vennero a galla i bilanci della fondazione Villalta dell’Argine (una fondazione di famiglia, legale, con sede fuori cantone) che riportava a membri della famiglia Masoni, che ai tempi aveva però anche alla testa del fisco cantonale Marina Masoni. Non si è mai capito bene a cosa servisse: ottimizzazioni fiscali? Mah... Sta di fatto che non venne rieletta e le fu preferita la liberale, pure lei luganese, Laura Sadis. Anche in quel frangente venne riconosciuto un altro premio all’ex collega Aldo Bertagni.

Professione con forte valenza civica

Sono esempi che, al di là delle testate di appartenenza (perché accanto ai nostri colleghi pure altri capaci giornalisti della Svizzera italiana sono stati premiati, si tratta di Alice Pedrazzini, Giuseppe Bucci e Alessandro Bertellotti), dimostrano come la nostra professione abbia anche una forte valenza etica e civica. E, diciamolo anche, ti porta pure a non avere troppi amici, visto che, se hai fra le mani una notizia di interesse pubblico, la verifichi e la pubblichi costi quel che costi, non ricevi solo sorrisi, rose e fiori. Un’ultima annotazione, anche il giornalismo - e lo scrivo pensando in particolare al collega Andrea Manna, penna di lungo corso - ha i suoi mastini 'malati' del mestiere, punti di riferimento per generazioni di cronisti, che non contano le ore e non mollano mai l’osso. Mi rallegro che lo Swiss Awards 2020, fra gli altri, sia proprio andato ad Andrea (un 'vecchio' del mestiere) e a Jacopo, chiamato invece a riempire ancora un’infinità di colonne!

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