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Prezzi e rischi, è il Coronavirus bellezza!

Chi va piano va sano e va lontano

17 aprile 2020
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Sarà ancora particolarmente lunga. È questa la convinzione maturata ieri, dopo aver seguito la conferenza stampa indetta dal governo federale e da quello cantonale (in corpore). Sarà ancora lunga, perché, pur essendo riusciti a domare la cresta della famigerata curva, l’allentamento delle misure avverrà solo a passettini. A passettini, accompagnati da un fattore che fa particolarmente male al nostro equilibrio (tanto nostalgico di normalità) e alla ripresa economica. Il fattore dell’incertezza. L’incertezza, per esempio, sul riavvio di alcuni motori essenziali dell’economia cantonale, fra i quali ci sono senza dubbio (con l’estate all’orizzonte) il turismo, le piccole e grandi manifestazioni, per non parlare dell’indotto generato in alberghi, ristoranti e bar. Tutti luoghi di aggregazione sociale, ma anche di produzione di ricchezza, che, come pochi altri, sono nel mirino del virus e che, al momento, devono purtroppo restare ancora chiusi.

Vacanze local

La salute viene prima e ogni decisione in proposito è rinviata a giugno, alla fase tre. Insomma, l’estate a Sud delle Alpi si prospetta economicamente fredda. A questo punto, unica via d’uscita, quanto al turismo, non potrà che essere quella di puntare sul mercato interno, soprattutto quello confederato, sperando che anche da parte nostra vi sia poca voglia di raggiungere altri lidi, puntando su vacanze più local. Vedremo.

Guardando alle prossime settimane vedremo comunque dei passettini (aperture di attività e scuole dell’obbligo) che ci confermano che stiamo procedendo verso un ritorno a una nuova normalità, che – lo ripetiamo – non sarà più come quella che abbiamo conosciuto fino a un mese e mezzo fa. E fa ancora male scriverlo. A parte i piccoli passi annunciati da Berna (riapertura di parrucchieri, la possibilità di recarsi di nuovo in ospedale per gli interventi non urgenti che erano stati sospesi ecc.), quella di maggior peso sarà – sebbene prevista solo in un secondo momento, cioè dall’11 maggio – la possibile riapertura delle scuole dell’obbligo.

Riapertura scuole

Avverrà anche da noi? Dipenderà dal grado di eccezione economica che verrà riconosciuto al Ticino, sempre in merito alla famosa finestra di crisi. Non va dimenticato che la Confederazione punta sempre più a un allentamento lento e a un allineamento di tutti i cantoni alla strategia federale. Ma le scuole, è pur vero, rientrano nelle competenze cantonali. Non è un mistero che sia molto meglio avere una scuola in presenza rispetto a quella a distanza. Se però la riapertura sarà anche da noi, gli allievi dovranno tener conto di tutto quello che abbiamo imparato in queste settimane: distanze sociali e igiene. Come fare a garantirne il rispetto nelle scuole dell’infanzia e alle elementari? E come si fa se i bambini, che non sono di principio nelle categorie e rischio, si infettano e portano il virus a casa? Che ne pensano, docenti (non tutti giovani) e famiglie? Sono questi solo alcuni difficili interrogativi da sciogliere che faranno parecchio discutere nei prossimi giorni. Ogni opzione ha il suo prezzo e anche il suo rischio: ben svegliati all’epoca del coronavirus.

Intanto ci pare di aver compreso che fa stato il famoso detto ‘chi va piano, va sano e va lontano’. Anche, se il virus non è certamente un gioco.

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