Commento

Se il bicchiere del Rabadan va in campagna elettorale

Il bicchiere in silicone ha tenuto banco persino in consiglio comunale. Come mai?

(Ti-Press)
19 febbraio 2020
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Dopo settimane di polemiche il bicchiere in silicone del Rabadan ha tenuto banco anche in Consiglio comunale. Quasi fosse la questione più importante del centro Europa!

C’è chi si è interrogato sull’aspetto dell’igiene in capannoni dentro i quali notoriamente si balla e si suda stipati all’inverosimile; c’è chi ha sollevato domande sulle funzioni del microchip incorporato nel bicchiere. Persino il suo trasporto dall’estero – da Genova a Bellinzona – è stato passato ai raggi x in una stagione marcatamente primanostrista e attenta alle emissioni di Co2. La scelta del Rabadan, voluta proprio quale contributo a favore dell’ambiente, è così finita alla sbarra.

Il Municipio ha rassicurato: per garantire l’igiene alle mescite si dovranno riempire i bicchieri utilizzando la caraffa (e non l’apposita spina), nelle tendine ci sarà il lavaggio con acqua fredda, nei bar pure con quella calda; il microchip è passivo e non potrà spiare nessuno; il viaggio verso la Svizzera è stato fatto con un camion che in ogni caso sarebbe tornato in Ticino vuoto.

Paure? Macchè

Le domande sono forse così tante perché viviamo in un’epoca di paure accresciute?

Paure dei virus? Non si contano ormai più i bollettini sul coronavirus e altro ancora. Paure d’esser spiati? Ora poi che abbiamo persino scoperto come è stato facile intercettare comunicazioni riservate di un centinaio di stati sovrani per decenni coi prodotti #Crypto versione Cia. E pensare che l’uso di quel bicchiere non è neppure obbligatorio!

Comunque, non ci illudiamo: le risposte ufficiali non basteranno, perché… Perché siamo semplicemente in piena campagna elettorale. Prosit!

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