Commento

Pronto Soccorso: quei 50 franchi che fanno storcere il naso

Misura discutibile. Ma per i casi che arrivano palesemente senza una valida giustificazione?

17 dicembre 2019
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I 50 franchi di sanzione che dovranno versare – se arriverà l’ok anche dal Consiglio degli Stati e dal Cantone – coloro che si presentano al Pronto soccorso senza una valida ragione stanno suscitando reazioni persino da chi proprio lì ci lavora. In una lettera firmata da medici e infermieri attivi in ben quattro ospedali (Lugano, Locarno, Mendrisio e Bellinzona) viene denunciata l’inutilità della misura. E persino il suo effetto controproducente.

Tassa pericolosa

Vediamo perché: in primo luogo la tassa potrebbe rivelarsi in certi casi ‘pericolosa per la sicurezza dei cittadini’. E i medici lo scrivono facendo perno sull’esperienza: ‘A volte dietro un sintomo che un profano considera banale si può celare una grave patologia’. ‘Non si può quindi escludere – insistono – che qualcuno, e saranno le persone appartenenti alle fasce meno abbienti della popolazione, rinunci o ritardi la consultazione nel timore di dover pagare, mettendo magari a repentaglio la propria salute’.

Su questo punto diamo loro ragione. È un po’ quello che succede già coi dentisti: siccome li si deve pagare di tasca propria, una parte della popolazione aspetta ad andarci quando non può veramente più fare a meno del mal di denti. E, come nel caso del Pronto soccorso, quella parte che non si reca dal dentista è verosimilmente quella che stenta di più a pagare perché a corto di mezzi.

Misura laboriosa e difficile

Un secondo motivo invocato dai medici al fronte è di carattere più pratico, in considerazione dei tempi (sempre più lunghi) passati fra le scartoffie. Far pagare i 50 franchi viene ritenuto una ‘misura laboriosa e di difficile concretizzazione’, visto che saranno loro in qualità di medici a decidere se chi è arrivato al Ps è o meno affetto da una ‘bagatella’. A dire il vero, oltre a ciò, temono un’ulteriore burocratizzazione del servizio svolto, che li esporrebbe anche a ricorsi e osservazioni da mettere per iscritto se qualcuno si oppone al pagamento. Anche su questo punto è legittimo chiedersi se il santo valga effettivamente la candela. Tanto più che chi in altri Paesi ha già introdotto una simile tassa non ha notato una diminuzione delle sollecitazioni.

Resta un fatto: chi conosce dei medici generalisti (complice anche il sistema sanitario che non pone limiti al consumo di medicina) ben sa che assolvono viepiù anche il compito di psicologi. Una (crescente?) fetta di pazienti si rivolge loro per patologie che un tempo venivano curate persino dal parroco (il curato!) del paese con il ‘semplice’ ascolto (grande medicina!). Insomma, di fronte al medico generalista oggi arriva di tutto e di più.

Di riflesso, anche al Pronto soccorso – già che tanti medici lavorano come tutti negli orari d’ufficio – in particolare nel fuori orario e nei festivi, immaginiamo arrivi pure di tutto e di più. Quando ci si presenta al Ps si è subito presi e valutati nella gravità della propria patologia. Poi, a seconda della gravità, o si vien subito trattati dal medico, o si comincia a fare anticamera anche per ore e ore.

Già quella è una sanzione sufficiente che dovrebbe fungere da deterrente. Non è ambìto da nessuno attendere fra pazienti che non si sa mai bene cosa possano avere e cosa possano magari anche trasmettere.

Palesemente senza motivazione

Certo è che, se vi sono casi che rientrano fra quelli che si rivolgono al Pronto soccorso palesemente (e ribadiamo palesemente) senza una valida motivazione, andrebbero già depistati dall’inizio. Come? Dicendo alle persone in modo chiaro che dovranno attendere ore e ore, che è possibile far riferimento al picchetto medico e che sarà anche possibile che venga chiesto loro il pagamento di 50 franchi per la visita.

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