Commento

Da Donald Trump a Battista Ghiggia, il vizietto è sempre lo stesso!

Cause civili e penali, precetti esecutivi, pressioni e sberleffi per farti tacere? LaRegione si spiega ma non si piega!

26 ottobre 2019
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O bella, l’uomo più potente del mondo (Cina permettendo!) non vuole più leggere né il ‘New York Times’, né il ‘Washington Post’. Sempre che mai li abbia letti! La Casa Bianca sta infatti invitando le agenzie federali a disdire gli abbonamenti alle due testate (molto critiche verso il presidente), tanto che lui medesimo le ha ripetutamente attaccate definendole ‘Fake News media’. Per essere più chiari, in una nota la portavoce di Trump ha scritto che ‘non rinnovare gli abbonamenti da parte di tutte le agenzie federali sarà un risparmio significativo per i contribuenti, di centinaia di migliaia di dollari’.

Ci sia permesso di scriverlo: ma quanta ignoranza! Tale mossa, per danneggiare le due testate, se giocata bene dai due giornali, si trasformerà in un potente boomerang: non vi è infatti miglior certificato che attesti la qualità di una stampa libera da pressioni di questo genere! Il potere che spegne l’informazione. Cosa desiderano cittadini elettori, che si vogliono informare per pensare, se non la garanzia di avere mass media che informano a 360 gradi e che verificano anche se chi sta al potere afferma cose giuste o sbagliate? O, se chi è al potere è riuscito ad arrivarci raccontando anche un sacco di balle, per esempio facendo parlare le cifre a suo favore e facendo inorridire gli statistici? È proprio quello che da più parti, anche durante la lunga campagna elettorale, si è rimproverato a Trump, salvo poi comunque eleggerlo… nonostante le tante ‘fake’ a suo favore. Ora è comprensibile che, da eletto, egli provi ancora più irritazione per quei mass media che gli ricordano che quanto da lui dichiarato non sempre è vero e che, appena hanno la possibilità nelle conferenze stampa alla Casa Bianca, pongono domande anche scomode. Non è invece normale – in democrazia – che un politico si rifiuti di rispondere pubblicamente, che alcuni giornalisti delle testate urticanti abbiano problemi a farsi accreditare per le sue uscite pubbliche e che ora decida di boicottare i fogli più critici tagliando gli abbonamenti. La mossa è comunque maldestra, non farà che far lievitare la credibilità delle testate nel mirino. I mezzucci di Trump non sono una novità.

Il difficile rapporto fra una stampa libera e il potere politico economico che non gradisce leggere certi articoli, è un tema che, prima o poi, ci tocca tutti da vicino. Senza rivangare vecchi dossier, i vertici di questa testata si sono occupati per anni di un argomento pestilente (quello dei rifiuti/Lega) con pesanti cause civili e penali pendenti (poi svanite/scioltesi come neve al sole); hanno dovuto difendersi contro accuse inqualificabili (‘giornale di assassini’) facendo condannare un politico (sempre della Lega) per reati contro l’onore (il nostro); hanno subito – a dipendenza di chi stava al potere – sberleffi (utilizzando persino invii a tutti i fuochi!) e pressioni da parte dei colonnelli del momento attivi proprio nell’intento (un classico) di far anche disabbonare dal giornale. Scomposte azioni di personaggi del momento che si consideravano potenti e non gradivano certi articoli. Poco male: ‘laRegione’ si spiega, ma non si piega. Essi hanno così contribuito a rafforzare il legame di fiducia coi nostri lettori. E la volete sapere l’ultima? Tale Battista Ghiggia, quello che non eletto ha subito sputato direttamente nel suo piatto, ha inoltrato un esposto in Procura contro ignoti, per violazione del segreto d’ufficio, riferendosi al commento da noi pubblicato dal titolo ‘Bussenghi come giardiniere?’ e al relativo articolo ‘Le frontaliere di Ghiggia’. Ovviamente noi abbiamo fatto valere il diritto alla tutela delle (sacre) fonti, concesso agli operatori dei mezzi di comunicazione sociale. Questo per dire che il vizietto è lo stesso, dalla Casa Bianca alle (presunte) stelle di via Monte Boglia.

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