Commento

Pista rovente, stallo tragicomico

Sull'aeroporto di Lugano la politica mette in scena una tragicommedia che nemmeno al miglior Natalino Balasso potrebbe mai venire in mente

(TiPress)
25 ottobre 2019
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Un incontro voluto per trovare una soluzione si è trasformato nell’ennesima confusione, tra fughe di notizie, comunicati annunciati che non arrivano, spiegazioni di circostanza che il giorno dopo fanno quasi sorridere. In tutto questo caos non hanno sicuramente molta voglia di ridere i 77 dipendenti di Lugano Airport Sa già confrontati con l’introduzione di orario ridotto, vacanze forzate e per la maggior parte di loro una prospettiva nefasta: restare senza lavoro. Intanto, la politica mette in scena una tragicommedia che nemmeno al miglior Natalino Balasso potrebbe mai venire in mente.

Diciamo subito che qualsiasi posizione è legittima (e ci mancherebbe altro), però quando si tratterà di tirare le somme che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Allora, (ri)cominciamo da tre, anzi due. Ma non si voleva arrivarne a una? Tre come i rapporti che dovrebbe sfornare la commissione della Gestione di Lugano sul messaggio già ritoccato una volta (dopo il fallimento di Adria e il disimpegno di Swiss che punta… sul treno) e che sarà rimaneggiato ancora. Uno sarà favorevole, un altro sfavorevole e il terzo… Una via di mezzo. Due invece sono usciti dalla Gestione del Gran Consiglio, dove c’è un’ampia maggioranza che sosterrà l’impegno assunto dal Consiglio di Stato, con le più significative forze politiche in prima linea: Lega, Plr, Ppd. A Lugano invece, liberali-radicali e popolari-democratici hanno trovato convergenze con i socialisti e i verdi nella proposta di credito ponte che ieri il Municipio ha rifiutato sdegnosamente. Una posizione che si può comprendere anche se politicamente, quelli che siedono in Consiglio comunale, si sono messi contro i colleghi del Gran Consiglio. Al di là della frasi di circostanza dei capigruppo, l’incongruenza (per usare un eufemismo) appare più ampia del terreno su cui sorge lo scalo. Forse non si sono parlati, forse è un effetto collaterale della congiunzione per le Federali, forse chissà. Di certo, la differenza stride alquanto e le spiegazioni fornite non spiegano alcunché. E ripetiamo, tutte le posizioni sono legittime.

Maggiore coerenza la ritroviamo nelle posizioni più ‘estreme’, quelle che di futuro dell’aeroporto e soprattutto di finanziamenti pubblici allo scalo non ne vogliono più sentir parlare. E sono pronti, così come hanno annunciato da tempo, a lanciare un referendum. Un referendum che se riuscisse, avrebbe l’effetto ‘deleterio’, così lo ha definito Michele Foletti, di chiamare al voto la popolazione su una ricapitalizzazione a favore di una società che sarebbe già fallita, essendo nel frattempo stata costretta a depositare i libri contabili in Pretura, visto che l’erogazione del denaro sarebbe bloccata (sempre che venga approvata dal legislativo cantonale e comunale). Ce n’è abbastanza? Non sarebbe il caso di sedersi tutti attorno a un tavolo per arrivarne a una? Il Municipio ci ha provato ma non ha funzionato. Bisognerà riprovarci, altrimenti la tragicommedia è servita e il titolo ‘Pista rovente’ pure. E non bisogna nemmeno pagare il biglietto.

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