Commento

Quei malati appesi a un filo di speranza

Donazione di organi, occorre parlarne e sensibilizzare ancora e di più

7 settembre 2019
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Lo ammettiamo: la riflessione personale a tu per tu con sé stessi (o eventualmente coi familiari) sulla donazione dei propri organi è un argomento pesante. Sì, perché, ovviamente, se lo si esamina dalla parte di chi sta bene, e chi mai vuole affrontarlo? È vero che, pur essendo in buona salute, in taluni momenti ci si occupa forzatamente anche delle questioni del ‘post mortem’, per esempio facendo testamento. Ma meno automatico è certamente pensare con anticipo a chi potrebbe aver bisogno del proprio rene, del fegato, del cuore, o di un polmone o del pancreas, per citare gli organi richiesti da persone in attesa di un trapianto, e dichiararsi esplicitamente donatore. Una scelta tanto più difficile, quanto più si è giovani e si pensa il meno possibile alla fine dell’esistenza, alla sorte dei propri organi e a malati sconosciuti.

Considerato il terreno difficile, la giornata nazionale sulla donazione di organi è quindi estremamente utile, perché repetita iuvant. Si rilancia il discorso e si ribadisce come una scelta favorevole a un possibile trapianto possa cambiare radicalmente la vita di una persona in attesa, soprattutto perché ancora adesso nel nostro Paese i donatori sono troppo pochi. Fa male apprendere che in Svizzera ci sono persone malate in lista d’attesa che ogni settimana muoiono, perché l’organo che hanno atteso per settimane, o mesi, quando certi parametri erano magari migliori, alla fine non è arrivato.

Per questo, attendendo il prossimo dibattito sulla modifica di legge, continuare anche solo a discuterne è molto importante. Modifica che, lo ricordiamo, dovesse passare l’iniziativa, propone di passare dal modello del ‘consenso esplicito’ (la donazione di organi o tessuti è possibile solo grazie ad un consenso del donatore o dei familiari in base alla presunta volontà della persona deceduta) a quello del ‘consenso presunto’ (capovolgendo il precedente principio, ossia in mancanza di un rifiuto documentato la donazione di organi o tessuti è consentita), con la proposta di controprogetto del Consiglio federale nel mezzo. Il pregio del lancio e della riuscita dell’iniziativa è evidente: aiuta a parlare del tema, proprio come la giornata tematica. Sappiamo anche che un grande lavoro lo si fa costantemente negli ospedali, soprattutto in certe strutture quali i Pronto soccorso o le cure intense. Ma per aumentare la generosità si deve partire molto prima e non lasciar fare la parte del leone alle strutture d’emergenza. Pensiamo ai medici generalisti e alle loro affollate sale d’aspetto. Capiamo che l’argomento è di quelli impegnativi, ma d’altra parte all’altro capo del filo (di speranza) ci sono persone che aspettano finalmente il fatidico squillo.

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