Commento

Divieto scampato! Ma tempi duri comunque per i fumatori!

Fumatore regolati e rispetta chi ti sta attorno, altrimenti il rischio è forte che gli inviti mutino in nuovi divieti!

4 giugno 2019
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Tempi grami per i fumatori. Ieri il parlamento cantonale si è chinato nuovamente sul tema fumo e divieti, rinviando al mittente alcune proposte avanzate dalla deputata Ppd Nadia Ghisolfi e cofirmatari. Proposte che miravano a mettere al bando a livello cantonale il fumo nei parchi giochi per proteggere la salute dei bimbi, oltre che a far subire il meno possibile il fumo passivo a chi si reca in uffici pubblici, trovandosi i fumatori appena fuori dall’uscio.

Come già avvenne oltre dieci anni fa il Gran Consiglio ha deciso per il no ai divieti, risolvendo che è meglio puntare su prevenzione, educazione e sensibilizzazione alla cura della propria salute e di quella di chi sta accanto al fumatore. Divieto che però – per volontà del popolo è bene ricordare – fece del Ticino (nel 2007) il cantone apripista nel bandire le sigarette da bar e ristoranti. Un passo che per qualcuno doveva trasformarsi in un duro colpo per ristoratori e baristi. Invece, a conti fatti, i benefici (il non trovarsi accanto un tavolo di avventori fumanti) si sono rivelati maggiori rispetto agli inconvenienti.

Domanda: qualcuno oserebbe oggi proporre di tornare indietro? Non lo crediamo. Come non crediamo ai nostri occhi nel vedere certi filmati di una ventina e oltre di anni fa che mostrano persone fumare tranquillamente alla tv durante i dibattiti politici, come del resto avveniva anche al cinema ed in ogni luogo senza curarsi di chi c’era nei paraggi.

Se una decina di anni fa è stato possibile introdurre divieti è perché è cambiata (molto) la sensibilità delle persone, soprattutto dopo che si è preso atto dei danni che può arrecare il fumo. Tanto che sui vari pacchetti nelle tre lingue nazionali viene da tempo stampata la lapidaria frase (spesso accompagnata da foto esplicite sui danni arrecati dal fumo) ‘Il fumo uccide’. Più chiari di così…

Ora la deputata Nadia Ghisolfi, come detto, è tornata alla carica. Ma il parlamento ha bocciato le richieste, ossia procedere ad un ulteriore giro di vite tutelando i più piccoli (divieto nei parchi giochi), o a favore di determinati utenti che si recano presso servizi pubblici e fuori trovano i dipendenti fumatori. Il parlamento cantonale ha rinunciato a introdurre ulteriori limitazioni per questioni giuridiche (misura sproporzionata di riduzione della libertà personale) e mediche (non è provato che il fumo passivo all’aperto nuoccia).

La nostra sensazione è però che lentamente il passo in quella direzione (dei nuovi divieti) lo si stia già compiendo. Alcuni Comuni anche grandi hanno già introdotto a livello locale il divieto di fumo nei parchi giochi, altri hanno esposto cartelli di sensibilizzazione. E altri seguiranno. Si è quindi preferito lasciare giocare l’autonomia comunale. Sul fronte degli spazi pubblici invece hanno già compiuto un passo deciso la Rsi, l’Eoc (ospedale di Lugano) e il Business Center di Bellinzona che hanno piazzato posacenere distanti dall’entrata, per non obbligare gli utenti ad attraversare la ‘nuvola di fumo’ dei dipendenti fumatori.

Di fatto la libertà dei fumatori si va viepiù restringendo. Il nostro auspicio: fumatore regolati e rispetta sempre più chi ti sta attorno, altrimenti il rischio è forte che gli inviti mutino in divieti.

P.s.: proprio oggi – sempre in tema – sarà la volta del bilancio delle Ffs quanto al divieto introdotto a mo’ di test in una stazione.

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