Commento

Buon lavoro onorevoli, fra tuoni e fulmini!

Dall’autocritica della Lega sul Mattino, ai sostegni a Raffaele De Rosa, alle possibili azioni alla Pronzini: occhio alle scariche elettriche!

17 aprile 2019
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Se il buondì si vede dal mattino, ci pare che la nuova legislatura sia già iniziata sotto il segno del temporale.

Tuoni e fulmini in seno al partito di maggioranza relativa in governo, la Lega dei ticinesi. La stangata alle urne (-4 deputati e -4%) ha spinto il partito (e non solo) ad interrogarsi. Tant’è che, già dalla prima del Mattino di domenica, è partita l’autocritica. Promettono che saranno una Lega presente sì negli esecutivi, ma “senza per questo abbandonare il ruolo critico, di ‘cane da guardia’ e di opposizione. E anche di rompiballe”. Uella! E aggiungono che si profileranno di più su alcuni temi a loro cari, sui quali ammettono di aver abbassato la guardia. Eccoli: sgravi, lotta ai cassamalatari, protezione degli automobilisti (quest’ultimo un richiamo/attacco a Norman Gobbi?). Vedremo.

Sta di fatto che ammettono anche loro come sia arduo stare al governo e allo stesso tempo all’opposizione. Cioè, assumersi istituzionalmente la responsabilità delle decisioni anche collegiali (come sembrano fare Norman Gobbi e Claudio Zali) e, allo stesso tempo, dirsi critici mastini da guardia. Mastini de che (direbbero a Roma)? Dei loro stessi ministri? Ma, siccome la Lega in questi 20 anni e più ci ha abituati a tutto, forse l’autocritica li porterà a essere de facto meno affidabili – se non per Gobbi & Zali – allora per gli altri partiti.

Tuoni e fulmini, poi, anche in casa pipidina. Sul capo del neoeletto Raffaele De Rosa sono già piovute polemiche per il sostegno alla candidatura ricevuto dal Cardiocentro della tribù Moccetti. A parte la figuraccia (senza pari!) rimediata dai Moccetti per certi salari da nababbi che alcuni loro membri si sono attribuiti (senza per questo voler mettere in dubbio la qualità dell’offerta del Cardiocentro), con De Rosa si sono visti eleggere in governo un candidato da loro pubblicamente appoggiato per l’esecutivo. Ora, dato che quest’ultimo si è visto attribuire il Dss – chiamato a sbrogliare la matassa del passaggio del Cardiocentro all’Ente ospedaliero con di mezzo anche una possibile votazione – la questione dell’opportunità si è posta grande come un elefante. Un pachiderma che Manuele Bertoli ha messo fin da subito sul tavolo al momento dell’attribuzione dei dipartimenti. Per noi è lampante che il dossierone debba essere trattato da qualcun altro, e non da un neoministro che è stato fra gli amici del Cardiocentro ed è stato da loro sostenuto in campagna sino a sette giorni fa. Che lo gestisca quindi tutta la compagine è buona cosa e rende l’aria più leggera.

Già che ci siamo, visto che De Rosa è stato preferito al ‘Beltra’ anche per via della sua trasparenza, ci dica, oltre ai soldi da lui spesi (ha spiegato di aver sborsato 40mila franchi dei suoi), chi ha sostenuto il resto degli sforzi della maxi-campagna elettorale?

Cosa si è mosso per le strade, su giornali, settimanali, mensili e come inviti pubblici, è sotto gli occhi di tutti: un ‘battage’ verosimilmente costato più della cifra indicata. La massima trasparenza nei finanziamenti (o pagamenti da parte di terzi) serve a fugare inutili, fors’anche velenosi sospetti ed è la miglior garanzia (per tutti) di indipendenza.

Tuoni e fulmini (in avvicinamento questa volta), se guardiamo quella quindicina di deputati che non hanno un rappresentante nell’esecutivo e che utilizzeranno – loro sì – tutti gli strumenti immaginabili e possibili per farsi notare. Moltiplicheranno le azioni alla Pronzini? Beh, occhio alle scariche elettriche e auguri di buon lavoro.

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