Commento

Non solo polizia e radar

La sicurezza ha più volti: salari dignitosi, sanità accessibile a tutti... decisioni giudiziarie in tempi brevi. Si potenzi finalmente anche la magistratura

26 marzo 2019
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La sicurezza di un Paese non dipende solo dal numero delle pattuglie di polizia (e dei radar anti-velocità) sulle strade. Sicurezza vuol dire anche, per esempio, un posto di lavoro con un salario dignitoso, una sanità efficiente accessibile a tutti. Ma il livello di sicurezza di una comunità passa altresì da decisioni amministrative e decisioni giudiziarie rese in tempi possibilmente celeri. Perché, se ci limitiamo alle seconde, una giustizia tardiva si trasforma quasi sempre in ingiustizia, come si è soliti ricordare.

E allora la politica ticinese attribuisca finalmente alla magistratura penale i necessari rinforzi, le necessarie risorse umane affinché possa rispondere in tempi ragionevolmente brevi alle richieste di giustizia e ad altre sollecitazioni. In questi anni l’organico della Polizia cantonale è stato rafforzato e una maggior presenza di agenti sul terreno, grazie anche alla riorganizzazione della Gendarmeria, ha certamente elevato il livello di controllo del territorio, con esiti positivi: lo attestano i dati dell’attività 2018 delle forze dell’ordine presentati ieri. La Cantonale è stata inoltre, e opportunamente, dotata di strumenti informatici moderni e di strutture logistiche all’avanguardia, quale la Cecal, la Centrale comune d’allarme. Ma denunce e attività investigativa delle forze dell’ordine devono avere uno sbocco sul piano giudiziario, traducendosi in decreti e sentenze della magistratura. La sicurezza significa infatti anche certezza della pena. Che per la criminalità ha un effetto deterrente, lo stesso effetto prodotto da un’accresciuta presenza di divise sul terreno. Tuttavia soltanto una magistratura provvista di adeguati mezzi e risorse umane può garantire la certezza della pena. Ergo: se si aumentano gli effettivi della polizia, principale partner della magistratura penale, in particolare del Ministero pubblico, logica vorrebbe che si proceda con l’assegnazione di rinforzi anche al potere giudiziario. Il Dipartimento istituzioni si appresta, ci risulta, a porre in consultazione la revisione della Legge sull’organizzazione giudiziaria per dare base legale ai potenziamenti in magistratura. Bene. Al Palazzo di giustizia ci si augura di non dover attendere a lungo: la speranza è che il Gran Consiglio che uscirà dalle urne del 7 aprile consideri una priorità l’approvazione di tali rinforzi, fra cui quel procuratore in più per evadere datati procedimenti su reati finanziari.

Sicurezza significa anche rispetto dei diritti fondamentali della persona. La riformata legge cantonale sulla polizia è stata impugnata davanti al Tribunale federale: Losanna ci dirà fin dove può spingersi lo Stato con le indagini preventive.

La sicurezza ha più volti.

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