Commento

Clean-up coinvolgere gli adolescenti

Per farli pulire dove hanno lasciato la sera i loro rifiuti per strada

12 settembre 2018
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Da qualche anno anche da noi si susseguono le giornate di raccolta di rifiuti abbandonati nell’ambiente. Giornate che si concludono con foto di bimbi felici di aver dato il loro contributo alla salvaguardia del territorio e annunci sul peso e numero di sacchi riempiti d’immondizia. È bene continuare con queste azioni di sensibilizzazione, partendo soprattutto dalle scuole, con l’ausilio di docenti e genitori, desiderosi di dare una mano. Comunque sia, un’occasione per imparare a più livelli.

Ben venga quindi anche il prossimo appuntamento di raccolta, previsto in settimana e promosso dal Dipartimento del territorio, dal Consorzio Valle del Cassarate e dal golfo di Lugano. Ancora una volta, nel comunicato che annuncia l’attività, si insiste sullo sforzo (pedagogico) di tale momento, al quale varie realtà prendono parte, dando il loro fattivo contributo alla tutela dell’ambiente e dimostrando impegno sociale a favore del verde e dello sviluppo sostenibile sulla porta di casa.

Parallelamente – perché il problema è sentito – sempre più comuni si stanno dotando, non senza qualche protesta, di leggi anti littering che prevedono multe da appioppare a chi sporca il suolo pubblico, gettando per terra mozziconi di sigarette o lasciando urinare il cane per certe vie del centro. Lo sappiamo, si è registrato qualche eccesso anche sul fronte dell’autorità, come ad esempio con la rimozione di una panchina (ritornata poi al suo posto) dal Corso di Chiasso, perché utilizzata da persone che sul mezzogiorno si accomodavano mangiandosi un panino e abbandonando per terra qualche cartaccia. Al posto di richiamarle alla buona educazione (se del caso multarle), o di aggiungere un cestino per i rifiuti, si è pensato in un primo tempo di eliminare radicalmente la causa…

Buono in ogni caso partire dai giovani(ssimi), solitamente attenti all’ambiente e recettivi. Ma – ci chiediamo – perché non agire di più sulle generazioni ormai oltre le scuole dell’obbligo. Nelle nostre città non mancano angoli e angolini di vie o di piazze anche del centro o accanto a scuole ben dotate di cestini per i rifiuti, che diventano mini-discariche, dove vengono abbandonati bicchieri di plastica, bottiglie di superalcolici o di bibite gassate, cartoni di birra, serviti a questo o quel gruppetto di giovani la sera prima per allietare la serata. Ci voleva davvero molto poco, passata la loro festa, a lasciar più o meno pulito il sedime occupato e a buttare bottiglie, bicchieri e quant’altro nel cestino. Eppure… Lo fanno per menefreghismo? Per naturale (considerata l’età) provocazione? Lasciamo a sociologi e psicologi l’interpretazione del degrado. Resta il fatto che al mattino presto c’è sempre qualcuno, un addetto del comune, chiamato a pulire con la sua ramazza e il carrello. Il Clean-up day potrebbe in questo senso pensare a un’evoluzione, cercando di affrontare e coinvolgere (con qualche azione dimostrativa, perché no?) anche gli adolescenti e gli ‘over’ adolescenza, diventando un’occasione per far riflettere chi si sente già grande sul dovuto rispetto a chi la mattina inizia la giornata di lavoro pulendo il porcile lasciato da altri.

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