Commento

Se le Ffs vanno a Pechino...

Il 'Sasso del diavolo' alle Ferrovie svizzere, capaci di far compiere 43mila chilometri alle pietre utilizzate per la facciata del loro stabile a Zurigo

29 agosto 2018
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Come ormai tradizione vuole, interpellata la base, l’Iniziativa delle Alpi ha designato la migliore e la peggior realtà economica elvetica nel campo dei trasporti, attirando l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema sempre caldo. Quest’anno, decidendo di mettere sulla graticola le Ffs – a cui è andato il ‘sasso rosso del diavolo’ – è riuscita a dimostrare che anche un settore fortemente sostenuto dal pubblico (che si pone come alternativa più rispettosa dell’ambiente rispetto alla gomma) può compiere madornali errori. Come quello di trasportare pietre dalla Cina per 43mila chilometri (!) fino a Zurigo, per poi montarle sulla facciata di un loro immobile. Un trasporto folle, non solo dal punto di vista dell’inquinamento, da sempre nel mirino dell’Iniziativa delle Alpi e per la salute dei nostri polmoni. Ma anche, più in generale, da un punto di vista politico, visti i nuovi venti che tendono a considerare di più la produzione indigena e i vari attori economici disponibili sul nostro mercato. Il premio-cactus alle Ffs dovrebbe quindi interessare anche i difensori di ‘prima i nostri’, visto che di pietre pregiate ve ne sono anche qui da noi, senza dover andare fino a Pechino. Ci piacerebbe poi sapere se le tirate d’orecchie, date in passato, sono servite per spingere i ‘premiati’ ad aggiustare il tiro. Lo scorso anno è stata la volta di una ditta che importava in Svizzera l’acqua ‘Fiji’ dalle omonime isole distanti 22mila chilometri. Che dire? No comment!

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