Commento

Stampa e potere, dalla parte dei fatti

Per il potente Trump i giornalisti sono 'nemici del popolo'. La libertà di stampa è un bene sempre più prezioso!

17 agosto 2018
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I giornalisti persone al di sopra di ogni sospetto? No, non rasentiamo la perfezione e tutto quello che diciamo e scriviamo non va preso per oro colato. Anche perché, di per sé, la nostra professione deve fare i conti con la soggettività di ogni penna o tastiera. E questo, benché regola fondamentale voglia che ci sforziamo di essere il più possibile oggettivi e super partes nel riferire i fatti. Ovviamente – come in altre professioni – ci sono giornalisti attenti e rigorosi, e altri faziosi che (scrivendo per una testata schierata) mischiano fatti e commenti felici di farlo.

E, non da ultimo vi sono anche giornalisti che in buona fede sbagliano. In ogni caso, siccome la credibilità è quanto di più importante abbiamo da offrire, è fondamentale, se si incappa in errori o scivoloni, sapersi correggere e scusarsi con i lettori.

Ciò premesso, è indubitabile che i giornalisti, soprattutto quelli che si comportano correttamente secondo l’etica professionale – ossia che operano le verifiche del caso prima di pubblicare i loro articoli –, non possano venir denigrati e bollati – come ha fatto a più riprese il presidente Trump – come ‘nemici del popolo’. No, perché l’espressione in odor di tirannide fa accapponare la pelle, se poi a pronunciarla è il numero uno Usa… I giornalisti corretti e rigorosi stanno ‘semplicemente’ dalla parte dei fatti. Può darsi che i fatti facciano tremare le vene ai polsi al potente di turno, o gli rovinino il gioco e la vetrina. Ma non è colpa di chi li riferisce. Anzi, chi stana il marcio fa il suo dovere.

Ciò succede, per esempio, quando si ricorda ad un politico – che grazie all’elezione amministra un pezzo di cosa pubblica in nome dell’interesse pubblico – che in realtà sta barando e facendo piuttosto l’interesse esclusivo di un clan. Così, quando una testata rivela che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… di bugie o peggio, chi sta al potere reagisce in modo disordinato e scomposto. Se la prende con l’ambasciatore, lo scredita, gli indica la gogna.

È quello che da mesi e mesi sta facendo Trump, grande comunicatore, incapace però (fortunatamente) di far tacere quei professionisti della notizia che stanno portando alla luce del giorno parecchi scandali (già a partire dalle manovre ‘social’ in vista delle elezioni che potrebbero anche sfociare in una procedura d’impeachment). Prender atto che oltre 350 testate Usa scendono ora in piazza, pubblicando editoriali per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla campagna di attacchi firmati Trump, stimola tutti a riflettere su un bene prezioso: la libertà di stampa. Il motto scelto ‘non siamo il nemico del popolo’ vuole fare il verso a Trump. Ma, a dire il vero, chi fa questo mestiere non è nemico di nessuno. Sta, come detto, semplicemente dalla parte della verità delle notizie.

Continuiamo quindi a denunciare la faciloneria del nuovo corso: la libertà di stampa e di opinione non potrà che trarne giovamento. E la qualità della democrazia (non solo americana) pure.

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