Commento

Traffico, proteggiamo le Alpi e la nostra salute!

Vanno fissati limiti al traffico a salvaguardia del nostro partimonio naturale e della nostra salute

5 giugno 2018
|

Strade e autostrade da costruire e poi da risistemare (interrare, allargare…) sono sempre un ottimo affare. Le cifre in ballo sono da capogiro. Per il potenziamento delle autostrade svizzere si spenderà qualcosa come 28,5 milardi di franchi entro il 2040! Una somma che fa venir appetito a molti. Così c’è stato chi oltre vent’anni fa, terminato il traforo sotto il San Gottardo si è dato una pennellata di verde e si è ripresentato per dare il proprio contributo alla costruzione di AlpTransit, passando poi, appena terminata l’opera, a rimettere a posto e ad allargare strade e autostrade. Così gira il mondo!

Un lavoro senza fine.

Ora va pure di moda render più compatibili con l’ambiente talune scelte viarie errate di tanti anni fa, che hanno sfregiato (e non poco) territori e villaggi. Per questo ad esempio – e giustamente – verrà corretto il fondovalle ad Airolo, coprendo l’autostrada. Ottima scelta: il comune di montagna non merita certo chilometri di lamiere incolonnate! Affermatasi l’idea della copertura di quel tratto di A2, ci si sta però già dividendo sul cosa fare sul ‘tetto’ dell’autostrada ‘interrata’: sfruttare la nuova superficie più per il verde o per nuove infrastrutture… compresa qualche (bella) palazzina?

Qualche analoga tensione – fra chi vuole investire e aprire, e chi vuole limitare e preservare – potrebbe presentarsi, sempre guardando all’A2, fra il nord e il sud del cantone. Tema: la progettazione della terza corsia fra Lugano sud e Mendrisio, per la quale – come noto – Berna ha già staccato un assegno di 12 milioni di franchi. Si tratterebbe di allargare le gallerie del San Salvatore e di San Nicolao e di approffittare della corsia d’emergenza sul ponte diga di Melide e nel tratto fra Maroggia e Mendrisio, per triplicare le direttrici e riuscire a fluidificare il traffico, soprattutto nelle ore di punta dei pendolari.

E se poi il tutto fra qualche decennio ricominciasse? Colonne chilometriche, intasamenti da urlo… Ormai la solfa la conosciamo.

E se in più dal sud del Ticino, guardando alla strozzatura a nord, facessimo un ragionamento analogo? In concreto: visto che è stato accolto in votazione il raddoppio delle corsie sotto il Gottardo (ma mantenendo comunque una sola corsia verso nord e una sola verso sud, più una corsia d’emergenza) non vorremmo che per evitare che si formino delle colonne ai portali qualcuno un domani cominciasse a dire: perché non usare verso nord o verso sud due corsie, quella ordinaria e quella d’emergenza? Assurdo – dirà prontamente qualcuno – allargare a sud e restringere a nord!

Scommettiamo che, malgrado le promesse fatte prima del voto, succederà proprio questo a qualche anno dalla messa a regime dei due tubi sotto il San Gottardo? A meno che – dimostrando ora la propria buona fede durante la campagna per il raddoppio del tunnel – non si dia seguito a quello che ha chiesto l’Iniziativa delle Alpi. Ossia: il rispetto delle promesse fatte, cioè che con la seconda canna in galleria, non venga aumentata la capacità stradale. Che lo si faccia non solo a parole – perché, aggiungiamo noi, le generazioni passano e le promesse si dimenticano – ma si integrino in modo sufficientemente chiaro gli attuali aspetti centrali del monitoraggio e del dosaggio del volume di traffico. In concreto: siccome attualmente possono passare (a detta dell’Iniziativa delle Alpi) al massimo 1’000 veicoli per ora e direzione attraverso la galleria autostradale, che non si superi questo limite con la costruzione di una seconda canna.
Precisare questi aspetti nero su bianco è importante: per riuscire a fissare limiti a salvaguardia del nostro patrimonio naturale alpino e della nostra salute. Non farlo, permetterà un domani a una nuova classe di politici di sentirsi liberi di aprire le chiuse.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔