Commento

Contro il mare di plastica

La plastica entra sempre più nella nostra catena alimentare. Perché continuiamo a farci del male?

1 giugno 2018
|

Preferiamo spiagge e mari incontaminati o inquinati da plastiche? La risposta è ovvia. Idem se chiediamo: chi è disposto a rinunciare ad alcuni oggetti in plastica, evitando che quella spazzatura ci finisca in bocca dopo esser entrata nella nostra catena alimentare perché scaricata in mare e mangiata da pesci e molluschi?

Eppure, continuiamo a farci male…


Questo perché il singolo, anche se si sforza di assumere un comportamento virtuoso, non è in grado di cambiare il comportamento dei più. Non mancano poi gli imbecilli che se ne fregano, scaricando di tutto e di più, illegalmente, in mare, finendo per avvelenare ambiente e cibi che poi ci ritroviamo in tavola.
Qualcosa però potrebbe cambiare (il condizionale è ancora d’obbligo). La Commissione europea ha detto infatti di voler ‘dichiarare guerra’ alla spazzatura in plastica, che insozza mari e spiagge, ponendosi finalmente un obiettivo ambizioso: ridurre di oltre la metà i dieci oggetti monouso in plastica che generano circa il 70% della spazzatura finendo nei mari europei. Al loro posto possono essere facilmente proposti prodotti alternativi monouso meno inquinanti.

In concreto si cercherà quindi di puntare su bastoncini per pulire le orecchie, posate e piatti usa e getta, cannucce, legnetti che si usano per mescolare il caffè o che servono a impugnare i palloncini gonfiabili… non più in plastica. Speriamo… Ovviamente chi fa gli interessi dei produttori di plastica ha già detto che quella non è la soluzione all’inquinamento. Nulla di nuovo sotto il sole! Ma, domanda di fondo: chi fa gli interessi nostri e della nostra salute? Non di certo chi si sta mettendo contro la proposta.

Comunque sia, se si vuole raggiungere un risultato, è importante che vi sia qualcuno di importante che rompa dall’alto una logica consolidata, che spesso va avanti per inerzia. Speriamo dunque che la Commissione europea non si arrenda alle prime pressioni!

Guardando in casa nostra c’è un esempio molto significativo, che senza passare dalle sabbie mobili della politica, si è rivelato efficace. A dare il la è stata la Migros che non ha più voluto regalare i sacchetti in plastica per la spesa. Un passo che ben presto è stato seguito a livello nazionale anche dalle altre maggiori catene di supermercati. Morale della favola, che favola non è, in pochi mesi applicando un costo anche minimo del sacchetto di plastica (se non andiamo errati di soli 5 centesimi) il loro uso è crollato e la richiesta è diminuita dell’80%! Una svolta che – altro esempio – ha fatto risparmiare già lo scorso anno 850 tonnellate di plastica alla Coop. Dati questi che ci dicono molto bene quanto una misura, tutto sommato modesta e poco impegnativa, possa avare un effetto importante sul comportamento di tanti consumatori e, di riflesso, sulla salute di tutti noi.

Avanti dunque con altre simili proposte forse non rivoluzionarie, ma particolarmente efficaci per l’unico pianeta che abbiamo e, soprattutto, per la salute delle generazioni che seguiranno.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔