Commento

Da slowUp ai caseifici aperti, che successo! Cosa cantava Celentano?

Solo merito del bel tempo? No, anche tanta voglia di avere un contatto sano e più diretto con la natura...

7 maggio 2018
|

Con la nascita dei figli (e la famiglia lunga) abbiamo spesso privilegiato le vacanze ‘local’. Comode, pratiche, riposanti, genuine. Così, in molti anni, abbiamo imparato a conoscere e frequentare tanti incantevoli angoli e angolini del nostro Paese e della Svizzera italiana in particolare, senza dovere (volere) per forza puntare sul volo alle Maldive, benché spesso pubblicizzato a prezzi eccezionali anche in offerta family. Ragionamenti da mosche bianche? Molto probabilmente no. Lo penso, dopo aver preso atto con soddisfazione del successo di due recenti iniziative che hanno fatto il pienone a livello locale. Mi riferisco alla Slow Up dei 40mila partecipanti e alle due giornate dei caseifici aperti di questo fine settimana che pure hanno spopolato. Complici due weekend baciati dal bel tempo, decine e decine di migliaia di ticinesi (e non solo) hanno trascorso in ‘patria’ il fine settimana.

Un’ottima occasione per non macinare inutilmente chilometri e chilometri, come sardine motorizzate e incolonnate, alla ricerca di chissà cosa; un’ottima occasione anche per conoscere posticini naturali a portata di mano (bici), seguendo la filosofia della mobilità lenta e riconoscendo la necessità di avere un rapporto più sano e più diretto con la natura vegetale e animale; un’occasione, non da ultimo, per consumare qui da noi prodotti spendendo denaro che altrimenti avremmo utilizzato altrove. Iniziative come queste, a portata di famiglie, sono sicuramente da mantenere e da intensificare, vista la bellezza del nostro territorio e l’entusiasmo col quale la popolazione le accoglie.

Sono quindi anche spunto concreto per i politici di casa nostra affinché riflettano sull’importanza di difendere a spada (più) tratta la parte rimanente (sopravvissuta?) del territorio naturale ancora intatto. Fatto non scontato dopo anni e anni di ruspe e di gru, che continuano ad inghiottire fettine e fettone del verde sul fondovalle (per fortuna abbiamo le montagne che sono più difficilmente attaccabili). Un’erosione del nostro territorio che continua quasi indisturbata, anche se i dati economici ci stanno dicendo che il tasso di sfitto immobiliare comincia a preoccupare. Ossia che si sta continuando a costruire perché c’è in giro troppa liquidità e perché lasciare i soldi in banca non solo non rende più, ma si devono pure pagare gli interessi negativi.

Chiudiamola in musica: ricordate Adriano Celentano col Ragazzo della Via Gluck? Là dove c’era l’erba ora c’è… una città. Il Molleggiato ha ormai 80 anni, ma la sua canzone è ancora decisamente attuale.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔