Commento

Viva la bici! E quindi...

Un nuovo turismo potrebbe riscoprire la Svizzera italiana, a patto di saper finalmente decidere da che parte stare: con le auto o con la mobilità lenta? O meglio dedicando alla mobilità lenta corsie ad hoc capaci di garantire la sicurezza!

27 aprile 2018
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Viviamo in un momento di riscoperta delle due ruote. Un paio di settimane fa, a dire forte e chiaro di credere nelle biciclette è stata Svizzera Turismo che ha promosso con enfasi la Confederazione quale paese per gli amanti delle bike. Una novità, visto che siamo abituati ad offerte più classiche quali le passeggiate o lo sci. Promozione delle bike non solo a parole. Sì, perché i vertici del turismo nazionale si sono detti disposti a mettere sul tavolo un bel pacchetto di franchi: 45,5 milioni da destinare alla promozione del mezzo su tutto il territorio elvetico, con tanto di dépliant e manifestazioni ad hoc.

Tutto qui? No. Lo scorso fine settimana, a livello cantonale, abbiamo toccato con mano un nuovo record. SlowUp a tutta bici ha registrato una nuova punta di iscritti e partecipanti: 42mila persone! Sarà anche stata la bella giornata, condita da un sole quasi estivo, a favorire l’uscita in massa fra Bellinzona e Locarno. La verità è che, quando c’è un’offerta originale e soprattutto alla portata di tutti (pianeggiante e con apposite fermate per rifocillarsi), la gente partecipa e pedala. Ovvio che, se domenica tutto ha funzionato alla perfezione, è anche perché dietro al maxi-evento ci sta un’ottima organizzazione durata mesi e mesi!

Sicuramente spinti anche dal successo di domenica, i Verdi hanno preso la palla al balzo e rilanciato l’idea green di alcune domeniche senz’auto (una al mese fra marzo e ottobre) per permettere di assaporare il gusto della bici, senza doversi sorbire l’inquinamento delle vetture che normalmente sfrecciano intorno. La proposta, se limitata a determinate giornate e a tratte regionali, è molto interessante. Da approfondire! Che ne dirà la politica nostrana spesso rombante? Recepirà la popolarissima voglia di svago compensa-stress a due passi da casa?

Ma la pedalata fra le notizie non è ancora finita. Abbiamo scritto della volontà di Bellinzona in collaborazione con Locarno di progettare – con il Bike sharing – cinque stazioni per completare la rete del parco del Piano di Magadino. Così come dei progetti che stanno interessando l’Alto Ticino con nuovi percorsi, strutture ‘bike friendly’ e 20 colonnine per la ricarica.

Denominatore comune di tutte queste iniziative? Ovvio sempre lei. Ma cosa la fa apparire tanto simpatica nell’Anno Domini 2018? Molto verosimilmente la sua evoluzione, che ci permette oggi di aver anche due ruote che quasi sfrecciano da sole. Non ci riferiamo alle bici elettriche, che sono un’ottima invenzione per permettere – a chi ha qualche annetto e qualche chilo in più – di raggiungere vette insperate. No, già le moderne bici, col loro peso light e le diverse marce a disposizione, consentono di percorrere discrete tratte col minimo sforzo.

Non da ultimo pensiamo alla fortuna di avere un territorio pianeggiante che va (nel Sopraceneri) da Biasca fino a Brissago per raggiungere il Lago Maggiore e, per chi ama la salita, in particolare nelle valli superiori, offre salitelle e salitone con diverse difficoltà.

Un nuovo turismo potrebbe riscoprire la Svizzera italiana, a patto di saper finalmente decidere da che parte stare: con le auto o con la mobilità lenta? O meglio dedicando alla mobilità lenta corsie ad hoc capaci di garantire la sicurezza dei ciclisti, magari immerse nella natura. La scelta (politica) deve però essere chiara, perché altrove (non troppo lontano da noi) il salto quantico è già stato fatto e le bici volano.

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