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Attenti al voto: lo rubano prima!

Attenzione, manipolazioni elettorali possibili. Non dopodomani, ma già oggi, anzi ieri!

29 marzo 2018
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Attenzione, manipolazioni elettorali possibili. Non dopodomani, ma già oggi, anzi ieri! È su questo fronte che si stanno concentrando le preoccupazioni di alcuni Stati dell’Unione europea. Sotto osservazione l’utilizzo dei dati targati Facebook da parte di Cambridge Analytica.

A gettare benzina sul fuoco, e a ipotizzare un possibile neocolonialismo della mente nell’influenzare alcuni appuntamenti alle urne particolarmente importanti, è stata la gola profonda Chris Wylie, ex di Cambridge Analytica. Ma molto concretamente di cosa potrebbe trattarsi? Di un disegno che vuole favorire l’America (più precisamente la superpotenza Usa) cercando di sostenere movimenti fortemente territoriali e autonomisti, capaci di indebolire maxiconcorrenti economici e minando quindi al cuore l’Europa che si costruisce per essere/restare attrice. Guardando al vecchio continente, cosa ci sarebbe stato di meglio per corroborare tale progetto ‘coloniale’ se non, ad esempio, il surrettizio sostegno ai pro Brexit, per l’appunto grazie a meccanismi di influenza del processo di formazione della volontà popolare pre-voto che sono stati ipotizzati/svelati di recente?

Niente brogli dopo, si lavora già prima. La scorsa settimana dicevamo di quel Bannon, vicepresidente di Cambridge Analytica e guru della campagna elettorale di Donald Trump, che si è concesso recentemente un viaggetto in Europa, strizzando l’occhio ai grillini in quel di Roma, a Tito Tettamanti sulle rive del Ceresio, a Roger Köppel intimo amico e servitore di Christoph Blocher a Zurigo, e alla Le Pen figlia a Parigi. Personaggi potenti per vari motivi (spesso legali all’alta finanza e paladini di una giungla senza regole) e sempre sulla cresta dell’onda del secco no all’Unione europea, che vengono guardati con crescente favore da chi sopra le teste dei cittadini ha interesse – economico ma anche politico – a indebolire tutti quei blocchi (e l’Unione europea è uno di questi!). Blocchi che crescendo nel loro processo di costituzione potrebbero dare fastidio agli Stati Uniti.

Forse questo il recondito perché di tutte quelle strizzatine d’occhi dei nuovi populisti? Se così fosse davvero, per noi comuni mortali cosa potrebbe significare? Che sul territorio europeo, e anche svizzero (!), cominceranno a radicarsi sempre più realtà (fisiche e/o virtuali) in grado di influenzarci in vista dell’espressione del diritto di voto, seguendo logiche e interessi però a noi esterni. A chi a tale gioco si presta, non parrà certamente vero di avere una spalla in più per perseguire progetti di isolazionismo, spacciati per patriottismo. Non è un caso che ciò avvenga proprio quando la Confederazione ha appena detto bye bye al segreto bancario e mentre altri, per esempio chi è oggi al potere in Italia, vorrebbero uscire dall’euro. Ebbene, questi movimenti, grazie ai (nuovi) meccanismi di tracciamento delle nostre abitudini, persino dei pensieri, resi ora possibili da Facebook (e che continuano a rimanere non regolamentati anche qui da noi), finiti nelle mani di chi ha ben altri intenti politici, hanno ora degli alleati in più. Alleati che fanno i loro e non i nostri interessi.

Paradossalmente, in questa confusione, qualcuno sta pensando che l’indebolimento dell’Ue e dell’euro sia anche nel nostro interesse. Una pura illusione, sia dal punto di vista economico che da quello politico. Quando ce ne accorgeremo per bene, garantito, sarà troppo tardi.

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