Commento

Crimini efferati, se la legge è inapplicabile

Assassino plurimo di Rupperswil, se l’articolo di legge di fatto è inapplicabile, che lo si modifichi. La volontà degli iniziativisti non era certo questa

Keystone
17 marzo 2018
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In settimana commentavamo l’ipotesi – ora divenuta realtà – che il pluriassassino di Rupperswil potesse non venir condannato all’internamento a vita, previsto quando il giudice decide che il condannato non verrà mai più liberato, perché considerato durevolmente refrattario a qualsiasi trattamento medico psichiatrico. Perciò, avevamo titolato le nostre riflessioni ‘Internamento a vita, se non ora quando?’. Già, se non ora che tutti i gravissimi capi d’imputazione sono stati confermati, quando? Eppure la Corte, pur avendo deciso una pena pesantemente (e ci mancherebbe) privativa della libertà, ha optato per una soluzione che non mette già oggi il punto finale definitivo. Ha cioè optato per la via dell’internamento ordinario, che prevede di scontare tutta la pena privativa della libertà. Ad un certo punto, però, dopo circa una quindicina d’anni, prenderà avvio un internamento abbinato a un trattamento psichiatrico (visto che l’assassino è stato giudicato curabile). E a intervalli regolari i periti decideranno se il rischio di ricommettere reati analoghi sussisterà ancora. Insomma, anche di fronte a reati tanto orrendi, si è preferito non far pendere manifestamente l’ago della bilancia pro protezione (continuata) della società. Che dire? Sapere che un simile individuo possa un domani tornare libero sconcerta. Lo scriviamo di nuovo: se l’articolo di legge di fatto è inapplicabile, che lo si modifichi. La volontà degli iniziativisti non era certo questa!

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