Commento

Camici bianchi: fra ‘truffatori’ ed esempi virtuosi

La stampa domenicale li ha definiti ‘truffatori in camice bianco’. Quei medici che guadagnano oltre un milione e mezzo l’anno

27 febbraio 2018
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La stampa domenicale li ha definiti ‘truffatori in camice bianco’. Quei medici che guadagnano oltre un milione e mezzo l’anno. Cifre da capogiro, da manager dorati, non da professionisti pagati dalla collettività. Di regola non sono medici di famiglia ma specialisti. In Ticino sarebbero quattro – secondo il ‘Caffè’ che cita santésuisse – i medici che fatturano oltre un milione e 500mila franchi l’anno all’assicurazione di malattia di base, che tutti paghiamo. Tra i più ‘ricchi’ un radiologo svizzero-tedesco che nel 2016 ha fatturato alle casse malati 5 milioni di franchi. A questi importi vanno tolti i costi fissi (affitti, macchinari, dipendenti…) per arrivare comunque a stipendi a più zeri. Tra i Paperoni della medicina soprattutto radiologi, oftalmologi, ortopedici, gastroenterologi.

Se da una parte ci sono camici d’oro (e nessuno capisce quanto guadagnano per davvero), dall’altra c’è tutta un’altra categoria di professionisti, quelli che si plafonano le entrate. Oltre ad un certo stipendio non si va e tutti i guadagni extra vengono reinvestiti nella struttura per le cure o per finanziare la ricerca. È la regola ormai da tanti anni all’Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi), dove i medici accettano di non andare oltre un certo stipendio massimo. Una prassi che di recente l’Ente ospedaliero cantonale ha esteso anche ad altre strutture e discipline. A fare da apripista sono stati appunto gli oncologi dello Iosi dimostrando etica, moralità e un senso di responsabilità che altri loro colleghi sembrano davvero aver perso.

Una cosa è certa: mentre i premi per le assicurazioni malattia aumentano di anno in anno – e così la fattura della sanità che ha raggiunto gli 80 miliardi – non c’è nessuno studio attendibile sul reddito dei medici in Svizzera. Perché tanta opacità verso chi è pagato con soldi che tutti noi versiamo alle casse malati? Perché alcuni devono avere questi privilegi?

Allibito lo stesso presidente della Confederazione, Alain Berset, ha commentato che serve più trasparenza su quanto incassano i medici. L’unico indizio oggi sono le fatture inviate dai medici alle casse malati. Poi vanno dedotti i costi fissi, che sono a geometria molto variabile e per nulla chiara. Per Berset non è accettabile avere dottori che guadagnano oltre un milione fatturando prestazioni coperte dall’assicurazione di base e quindi dai premi di cassa malati che tutti paghiamo. Non sono cifre accettabili!

Facciamo ora un passo avanti. Perché alcuni medici fatturano molto, davvero troppo? Sono i pazienti a chiederlo, a consultarli per nulla, oppure alcuni fanno i furbi? Ricordiamoci che tutti i medici sono in un enorme conflitto di interesse, più operano, più prescrivono, più curano… più guadagnano.

Facile forse cadere in tentazione soprattutto in un cantone dove abbonda, probabilmente per cultura, il ricorso facile a pillole, test e analisi. Da noi, tanto per fare un esempio, il consumo quotidiano di sonniferi è doppio rispetto ai nostri cugini della Svizzera tedesca (dati Ufs). Sempre da noi, mi ricordava un medico anni fa, la fattura per una banale frattura ad un arto è esplosa. Se un medico di valle di qualche generazione fa la fatturava un centinaio di franchi, oggi in una clinica si può arrivare a 600 franchi (comprese radiografie e altro), ma c’è chi in Ticino l’ha fatturata oltre 20mila franchi. Di questo passo, dove si arriverà?

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