Commento

Corpo e intimità: imparare a dire di no

In settimana si è parlato a due riprese dell’importanza di una corretta educazione sessuale

20 gennaio 2018
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In settimana si è parlato a due riprese dell’importanza di una corretta educazione sessuale. Lo si è fatto commentando l’inchiesta della magistratura, che ha identificato una decina di (nostri) minorenni finiti nei guai per aver divulgato decine di immagini pornografiche di loro coetanee. E lo si è fatto in occasione di una sentenza della Corte europea di Strasburgo, che confermava precedenti decisioni, secondo le quali non si devono concedere dispense ai bambini per le lezioni di educazione sessuale. Cosa lega le due vicende? Il fatto che in entrambi i casi si sia insistito sull’importanza che la scuola educhi alla vita, che sia cioè in grado di preparare i giovani alla realtà della società. Se vi sono dunque minorenni che postano foto di se stessi nudi o quasi; o che se le sono fatte rubare; o che, dopo essersele fatte scattare, vengono traditi e, oplà, la foto corre in rete di mano in mano, è chiaro che occorre ancora molta sensibilizzazione. Sensibilizzazione sull’importanza di tutelare il proprio corpo e la propria intimità. Perché quelle foto poi in rete, malgrado i mille tentativi per cancellarle, ci resteranno. Un tema magari ancora un po’ tabù in famiglia, ma che non può né deve esserlo sui banchi di scuola, dove si deve imparare anche a dire di no. Se poi tale filone non lo si vuole chiamare educazione sessuale, ma educazione contro gli abusi in tutte le loro forme, comprese quella chiamata ‘sexting’, poco importa.

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