Commento

Embè papà, se del caso ‘resettiamo’

4 gennaio 2018
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Ha fatto bene o male il consigliere federale Ignazio Cassis a dare una ripulitina al proprio profilo Twitter?
Non credevo che l’interrogativo potesse interessare – diciamo così – la plebe. E invece, dopo un’uscita sui campi da sci, al calduccio nel bar è sorta una discussione animata al tavolo accanto. Diciamo subito che a venirne fuori (si fa per dire) con le ossa un pochino rotte è stato il buon Cassis per un semplice motivo. Dixit uno degli avventori: ‘Se cancella… ha qualcosa da nascondere e non è buon segno!’.
A dire il vero, pensare di cancellare dalla rete un messaggio (che è già diventato di dominio pubblico) è opera ardita, se non pressoché impossibile. Tanto più se si è un personaggio pubblico, come lo è un ministro degli Esteri.

Ci sarà già infatti chi ha salvato da qualche parte quello che Ignazio Cassis nelle vesti di consigliere nazionale o di capogruppo Plr ha scritto e commentato mesi e anni addietro. E al momento giusto, anche se si è andati di ‘reset’ (o social cleaning), i contenuti potrebbero risaltare fuori.
Quindi la tavolata, anche se fra i presenti non mancava qualche fedelissimo Plr pronto a difendere il ministro, ha finito per bollare la scelta come inopportuna.

Per non farsi ‘prender via’, alimentando inutili polemiche, sarebbe bastato chiudere il proprio ‘vecchio’ profilo da parlamentare e aprirne uno nuovo da ministro. ‘Ma è proprio per quello – ha allora rilanciato un fan del neoministro – che Cassis va difeso e premiato, perché non è ricorso a inutili sotterfugi. Certo, avrebbe potuto aprire un nuovo profilo, ma lui ha preferito non rinnegare il suo passato, almeno non completamente, e assumersi anche il rischio di venir criticato. La sua scelta è stata dettata dalla volontà di non esporre né sé, né la sua nuova funzione a critiche. In definitiva lo ha fatto anche per difendere l’istituzione che rappresenta’. Sarà.
‘Il problema – ha infine rilanciato uno che, presumo, segua la politica federale – è che Cassis ha già compiuto alcune scelte pensando sin troppo di curare la propria immagine, esponendosi però spesso a critiche’.

Evidente il riferimento alla promessa di premere il tasto ‘reset’ nei negoziati con l’Unione europea, fatta per ingraziarsi l’Udc (e non solo) in vista dell’elezione in governo. Promessa che, assunta la responsabilità degli Esteri, potrebbe creare un certo imbarazzo fra Berna e Bruxelles. Della serie: ma con quale Cassis negoziamo?
Altro esempio? La restituzione del passaporto italiano prima dell’elezione, ma poi sceglie di fare la sua prima visita all’estero proprio a Roma. E non da ultimo l’iscrizione (in segreto) alla Pro Tell (la potente lobby delle armi) e il suo dietrofront, solo un mese dopo, una volta che l’adesione è divenuta di dominio pubblico. Ora, dulcis in fundo, vi sono i messaggi cancellati…

Ecco perché in apertura abbiamo detto che la tavolata ha infine concluso, malgrado non mancassero gli ‘avvocati difensori’, di considerare infelice l’opzione ‘delete’.
Uscendo dalla politica osiamo aggiungere un’altra riflessione. Fino a ieri abbiamo detto ai figli di fare attenzione a cosa postano, a cosa comunicano sui social. Perché poi, divenuti ‘grandi’, ‘verba volant, scripta manent’. Non vorremmo che ora l’autorevole cancellazione faccia scuola, e sentirci dire da loro: ‘Noi postiamo quello che vogliamo, e se del caso, resettiamo’.
Se lo ha fatto uno dei più illustri ticinesi del momento…

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