Commento

Imposte a Lugano, ‘colpo gobbo’ Ppd

(Davide Agosta)
21 dicembre 2017
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Un colpo gobbo o da maestri quello del Ppd che porta a casa la paternità della riduzione di due punti del moltiplicatore d’imposta a Lugano dall’80 al 78 per cento. Una mossa strategica riuscita perché ha spiazzato i due partiti di maggioranza. Da una parte, ha creato imbarazzo in casa leghista (astenuta), dall’altra, ha raccolto pure il sostegno (a denti stretti) di gran parte dei liberali e dei tre membri dell’Udc. Tanto è bastato per far passare la misura dipinta come atto dovuto nei confronti dei cittadini visto che il Municipio nel preventivo 2018 ha calcolato di incassare gli introiti della tassa base sul sacco. Ma il regolamento sui rifiuti a Lugano è ancora subjudice, dal settembre 2016, proprio a causa del ricorso dei popolari democratici che non intendono ritirarlo. È però ragionevole pensare che la decisione del Tribunale amministrativo cantonale giunga quanto prima. Una richiesta di riduzione del moltiplicatore equivalente alla cifra che la Città incasserebbe con la tassa base sul sacco era peraltro stata formulata senza fortuna, forse perché prematura, dall’Udc nel 2014.

Ma quali effetti avrà sull’erario cittadino il calo dell’imposizione? Agli occhi del Municipio di Lugano, che oggi in seduta discute proprio del nuovo regolamento sui rifiuti, l’unica certezza è quella di avere un buco di 6,2 milioni di franchi nel gettito fiscale (pari al 2 per cento di riduzione del moltiplicatore d’imposta) più altri 600mila franchi relativi all’aumento del contributo di livellamento. Ricordiamo inoltre che nel Piano finanziario, non ancora aggiornato, l’esecutivo prevedeva un aumento del moltiplicatore dall’80 all’82 per cento. Sì, perché il percorso di risanamento delle finanze a Lugano non è ancora terminato. Vero che i dati economici sono migliorati negli ultimi anni, così come la gestione corrente, fino a raggiungere il pareggio di bilancio. Però, resta il pesante fardello del debito verso terzi che dal miliardo di franchi di qualche anno fa è stato solo parzialmente ridotto. E il periodo favorevole legato ai tassi d’interesse ai minimi storici è infatti destinato a finire. Almeno così pare dopo la recente decisione della Banca centrale statunitense di rialzarli, per la terza volta di seguito, di un quarto di punto. Quando tali decisioni si rifletteranno anche sugli istituti bancari alle nostre latitudini, i circa 900 milioni di franchi di debiti potrebbero costare molto di più alla Città che non ha ancora affrontato la questione.

D’altra parte, è giusto sottolineare che, se non fosse stata presentata dal Ppd, la proposta di riduzione sarebbe arrivata da altri partiti. Magari fra un anno, quando la legislatura volgerà al termine, con le elezioni cantonali dietro l’angolo e gli influssi e (riflussi) inevitabili sulla politica cittadina. Perciò, pare esagerato sostenere, come fanno alcuni, che il legislativo non voglia imparare dalla storia recente. Per fortuna e per il buon lavoro svolto dal Municipio negli ultimi quattro anni, l’erario cittadino si è risollevato dalla situazione difficile di poco prima delle elezioni comunali del 2013. In quel contesto, lo ricordiamo, il legislativo, nell’ultima seduta prima del rinnovo dei poteri, votò per il mantenimento del moltiplicatore d’imposta al 70 per cento. Un voto sostenuto da Lega e Plr contro ogni logica, anche allora contro il parere del Municipio che chiedeva l’aumento dal 70 al 75 per cento. Quella fu davvero una scelta poco responsabile che obbligò l’esecutivo a maggioranza leghista a una cura dimagrante tuttora non terminata. Ma non certo la riduzione di due punti adottata lunedì sera.

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