Commento

Tirarsi una bella zappatona sui piedi

(Gabriele Putzu)
7 dicembre 2017
|

Da domenica, a causa dell’esito del sondaggio Billag, la Ssr è molto preoccupata. A poco servono i ragionamenti sulla formazione del campione rappresentativo. Vista l’aria (grama) che tira, meglio prendere subito il toro per le corna e spiegare all’opinione pubblica cosa attende la Svizzera in caso di pollice verso. Va detto, senza né se né ma, che in tal caso si andrà verso il crash, verso lo spegnimento di radio e tv pubbliche, perché cadranno gli importanti finanziamenti al servizio pubblico. Alternative, in base al chiaro testo dell’iniziativa, non ve ne sono. E, siccome non è la prima volta che una votazione popolare sfugge di mano per poi risvegliarci tutti con l’amaro in bocca, è bene sapere che la Ssr non sarà in grado di vivere con la sola pubblicità (copre solo il 20-25% dei costi). Lo schianto senza più il canone, insomma, è garantito. Che Paese saremo senza un ente d’informazione nazionale? E questo proprio in un’epoca dove l’informazione è potere e c’è persino chi la manipola da fuori per influenzare le opinioni! Pensiamoci un po’: essere indipendenti vuol dire avere una Ssr forte, non una morta. È dunque importante venir informati sul ruolo-chiave che il nostro ente radio-tv nazionale svolge nel nostro Paese quadrilingue in tanti ambiti: numero uno, come detto, nella produzione di un’informazione di qualità (sull’intrattenimento fine a sé stesso si può discutere); poi anche nel sostegno della cultura e nella promozione della coesione sociale, mentre altre istituzioni, pensate per tenere unita l’Elvezia, stanno lentamente disimpegnandosi. Esempi? La ‘ritirata’ dell’esercito o della Posta. Non da ultimo, guardando alla Svizzera italiana, possiamo tranquillamente parlare di manna inviataci a Sud delle Alpi, grazie alla generosa chiave di riparto che permette alla Rsi di beneficiare di laute entrate e offrire programmi di qualità dando un lavoro (qualificato!) a oltre 1’200 dipendenti. Forse qualcuno pensa che possiamo sputarci sopra così, tanto per sfogare qualche umore di pancia? Chi deve dunque fungere responsabilmente da cinghia di trasmissione di tali informazioni in vista del voto? Un po’ tutti data la posta in gioco, ma in primis i partiti. La strada sembrerebbe spianata, visto che il governo ha invitato a respingere l’iniziativa ‘No Billag’, insistendo pure sul fatto che anche solo un nostro no potrebbe avere effetti negativi in Ticino (= modifica della chiave di riparto) per la Rsi e per le radio/tivù private. Ma fuori alcuni partiti soffiano sul fuoco, attizzando dubbi. In pochi giorni ecco due eloquenti esempi. Il primo dal ‘Mattino’, a firma del cons. naz. e direttore del settimanale leghista Quadri, che propone un articolo dal titolo ‘Adesso promettono, ma poi…’ e sopratitolo ‘No Billag: in casa Ssr vale il principio del passata la festa gabbato lo santo’. Ma il movimento di Quadri a Palazzo delle Orsoline non ha ben due rappresentanti (Gobbi e Zali) che, presumiamo, abbiano condiviso il comunicato del CdS a sostegno della Ssr? Passa qualche giorno ed è la volta di un comunicato del Ppd. Titolo: ‘Il sondaggio sull’iniziativa No Billag è molto preoccupante, la Rsi deve assolutamente correre ai ripari!’. E, dopo aver fatto il verso a sostegno, si dilunga, pure sottolineando in un passaggio già scritto in grassetto, sul fatto che deve subito essere soppresso il pagamento del canone dei dipendenti da parte dell’azienda. Il passaggio è talmente evidenziato che risulta essere la vera notizia, e non il fatto che il Ppd sia contrario alla No Billag. Anche qui ci chiediamo: ma il ministro Ppd in governo condivide un simile modo di comunicare? A che gioco giochiamo? Votazione trasformata in ottimo pretesto per darsi al tiro al piccione? Si scherza così col fuoco, rischiando di ustionarsi. Terzo grado garantito e zappatona sui piedi.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔