Commento

Se questo è il sesso debole... Sport ticinese declinato al femminile

14 marzo 2016
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Di fronte all’eccellenza, solo applausi per favore. Senza se e senza ma, che appartengono a un altro livello, in cui si giudicano carattere, simpatia, e via discorrendo di questioni soggettive di poco conto. Rapportate a un trionfo di portata mondiale, perdono il peso che a ben vedere nemmeno hanno.
Ebbene sì, un trionfo mondiale, che solo a dirlo se ne ricava la dimensione, l’ampiezza dell’impresa. A Lara Gut è riuscita sulle nevi di casa. Della Svizzera è ambasciatrice, delle nevi è regina, con pieno merito. Da ticinese, ha seguito la via già tracciata prima di lei da illustri colleghe.
Una volta di più, è lo sport declinato al femminile a fare assurgere il cantone agli onori della cronaca internazionale, limitatamente agli ultimi trenta o quarant’anni.
Prima di Lara, sempre restando allo sci alpino, Michela Figini, campionessa olimpica e vincitrice – come Gut – della generale di Coppa del mondo, e Doris De Agostini, bronzo ai Mondiali di Garmisch-Partenkirchen nel 1978. Beatrice Scalvedi si è imposta in una tappa di Coppa Europa e sarà promossa in Coppa del mondo. Il tempo dirà con quale esito, ma intanto l’élite è stata agganciata anche dalla bleniese, impresa già di per sé sensazionale.
Due ticinesi ai massimi livelli nello sci alpino, una delle quali già ora al vertice assoluto. Irripetibile. O forse no, giacché il Ticino ha mezzi contenuti ma risorse infinite, e spunti di assoluta eccellenza. È stato così in passato, continua ad essere così anche in un presente impreziosito dal trono occupato da Lara Gut a Lenzerheide. Un trono sul quale si accomoderà in maniera definitiva a St. Moritz, terra della celebrazione e della cerimonia di premiazione, utile per memorabili scatti con il Cristallo nello sfondo che perde però la lotta di luminosità con il sorriso dei giorni più lieti.
Andando a pescare in altre discipline, Flavia Rigamonti (cinque volte oro agli Europei, tre argenti e tre bronzi ai Mondiali) ha destato sensazione nel nuoto. Natascia Leonardi (bronzo olimpico in staffetta nel 2002) ha fatto parlare di sé nel fondo. Tornando ai giorni nostri Deborah Scanzio ha già vinto in Coppa del mondo (freestyle). Sempre tra le gobbe, Nicole Gasparini ha vinto la Coppa Europa, il futuro le appartiene. L’airolese Katrin Müller brilla nello skicross.
Insomma, la lista è lunga, ed è rosa. La si potrebbe estendere scomodando la ginnastica, con Ilaria Käslin e Caterina Barloggio, o l’atletica, con Irene Pusterla (lungo). Gli uomini possono calare la carta Mauro Gianetti (argento iridato a Lugano nel ’96), ma il confronto lo perdono su tutta la linea.
Alla faccia del sesso debole, che così debole non è. Oltre che più delicato, “gentil sesso” è più indicato.

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