Commento

Un siluramento, un paio di righe e una serie di quesiti senza risposta

5 giugno 2015
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Si può liquidare con un comunicato stampa di due righe e mezzo, sollecitato peraltro dai media, l’immediata rimozione dall’incarico di un procuratore federale capo? Se con quella stringatissima nota indirizzata all’opinione pubblica pensava di mettere tutto a tacere dopo le anticipazioni di ‘liberatv.ch’, il pg della Confederazione Michael Lauber ha ottenuto l’esatto contrario. Interrogativi e speculazioni sul grave provvedimento da lui adottato nei confronti di Pierluigi Pasi, ormai ex responsabile dell’antenna ticinese della Procura federale, si sono susseguiti per tutta la giornata di mercoledì e per quella di ieri. Interrogativi e speculazioni che, al di là del caso specifico, hanno per finire investito tutto il Ministero pubblico della Confederazione, cioè la principale autorità svizzera di perseguimento penale, tenuta in piedi soprattutto dai contribuenti. Un’autorità già al centro di polemiche, giustificate o meno, argomentate o meno, per gli insuccessi di certe inchieste.
Proprio per questo non basta spiegare la sospensione, addirittura immediata, di un magistrato, da oltre dieci anni alla guida della sede distaccata di Lugano, scrivendo (unicamente) di “divergenze fondamentali” col procuratore generale della Confederazione Lauber sulla conduzione dell’antenna. Queste divergenze sono emerse solo ora? Hanno inciso sull’attività del pool di magistrati della sede distaccata? E se sì, come? Chi porterà avanti i procedimenti, sfociati anche in grossi sequestri di averi patrimoniali, di cui era titolare Pasi (proprio la settimana scorsa ha firmato, per esempio, l’atto d’accusa sui risvolti elvetici del crac Parmalat contestando fra gli altri il reato di riciclaggio: un candeggio di almeno un’ottantina di milioni di franchi)? Riguardo alla conduzione delle sedi distaccate della Procura federale, il management è forse oggi uno degli argomenti prioritari dell’agenda di Lauber? Quesiti, questi come altri, per il momento senza risposta.
Il procuratore generale viene eletto dal’Assemblea federale, dopodiché nomina la sua squadra di procuratori e sostituti. Libero anche di non rinnovare, alla luce ovviamente di validi motivi, il mandato a questo o a quel magistrato. Lauber però non è alla testa di un ente privato, non dirige una ditta. Dirige il Ministero pubblico della Confederazione e allora (anche) il cittadino-contribuente ha diritto di sapere, perlomeno a grandi linee, quali sono gli obiettivi del procuratore generale quando adotta determinati provvedimenti (un’informazione ‘ufficiale’ pure a tutela) dell’onorabilità dei loro destinatari. Provvedimenti dei quali il cittadino-contribuente dovrebbe venire a conoscenza direttamente da Berna, dalla sede centrale della Procura federale. Spesso invece di certe misure si sa da indiscrezioni giornalistiche. È avvenuto per il caso Pasi, è avvenuto nelle settimane precedenti con le rivelazioni di ‘Le Matin Dimanche’ e della ’SonntagsZeitung’ sui licenziamenti prospettati dal pg ai magistrati di alcune sedi distaccate. Cosa sta succedendo in seno all’autorità di perseguimento penale, istituzione fondamentale per la sicurezza dello Stato, tema caro alla popolazione?
Se il parlamento federale gli confermerà il mandato (che sta per concludersi), ci permettiamo di dare a Lauber un consiglio: in futuro curi meglio la qualità della comunicazione al pubblico. Quantomeno per evitare o contenere al massimo le speculazioni.

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