Economia

Il mercato dello sport ha retto bene al semi-lockdown

Nonostante lo stop dal 17 marzo all'11 maggio 2020, raggiunte le vendite di articoli sportivi dell'anno precedente. Boom fitness ed e-bike, giù sci e snowboard

Hanno trainato il mercato
10 maggio 2021
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Nel 2020, il coronavirus non ha frenato il mercato degli articoli sportivi in Svizzera: nonostante il semi-confinamento dal 17 marzo all'11 maggio dello scorso anno, sono state raggiunte le vendite dell'anno precedente. Nel 2021, l'inizio è stato da dimenticare, complici nuovamente le severe restrizioni – fra le quali la chiusura dei negozi nei primi mesi dell'anno – imposte dalle autorità. Tuttavia, a partire dal mese di marzo il mercato “ha recuperato bene”, indica una nota dell'istituto di ricerca GfK.

Il mercato elvetico, escluse le biciclette (poiché l'istituto di ricerca non ne ha tenuto conto nel suo rapporto), si è sviluppato “in modo impressionante” nel 2020. A fine aprile dello scorso anno, le vendite erano inferiori di circa il 30% rispetto al 2019; poi, nei mesi seguenti, gli svizzeri sono corsi ad acquistare articoli sportivi.

Sci e snowboard tra i perdenti

Per i diversi settori ci sono stati vincitori e vinti, precisa GfK, aggiungendo che raramente il divario fra singole categorie è risultato così ampio come nel 2020. A trainare il mercato sono stati in particolare gli articoli sportivi legati a fitness, outdoor, corsa, stand-up paddle, nonché alcune attività invernali come racchette da neve, slittini e sci di fondo. Anche il mercato delle biciclette e delle e-bike ha vissuto un vero e proprio boom, sebbene se le sue vendite non sono incluse nello studio GfK. Rispetto all'anno precedente l'incremento è stato del 40%.

Fra i singoli settori che invece hanno accusato il colpo si trovano invece sci e snowboard (compresi i noleggi), gli sport di squadra nel loro insieme e il sottomercato dell'abbigliamento.

Per quanto riguarda il 2021, lo sviluppo del mercato dipenderà soprattutto dall'evolversi della pandemia, scrive GfK. Senza ulteriori chiusure da parte del governo e con un business invernale ‘normale’, si può essere cautamente ottimisti. Per l'istituto di ricerca, “c'è senza dubbio il potenziale per un buon anno di affari sportivi”.
 
 

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