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Ma le banconote svizzere non ‘scadono’ mai

I biglietti della sesta e ottava serie non sono più accettate come mezzo di pagamento forzoso, ma possono essere ancora scambiate uno a uno con quelle nuove

Ottava serie non più accettata come strumento di pagamento, ma possono essere scambiate uno a uno con le nuove
(Keystone)

Dallo scorso 30 aprile, le banconote dell’ottava serie – quella con il cento franchi dedicato ad Alberto Giacometti, per intenderci – sono state ritirate dalla circolazione. Questo non vuol dire che sono state poste fuori corso. Possono ancora essere scambiate con nuove banconote illimitatamente al pieno valore nominale presso la Banca nazionale svizzera. Non sono però valide come mezzo di pagamento.

Le banconote della sesta serie (con il cento franchi dedicato a Francesco Borromini) sono state ritirate invece dalla circolazione con effetto al 1° maggio 2000. Anch’esse non valgono più come mezzo di pagamento legale, ovvero forzoso. Come quelle dell’ottava serie possono essere scambiate illimitatamente al pieno valore nominale presso la Banca nazionale. Quindi chi dovesse avere ancora in un cassetto questo tipo di banconote non ha perduto il loro valore. Deve solo cambiarle con banconote attuali.

Le banconote di serie antecedenti (dalla 1a alla terza compresa, oltreché la 5a) erano già state ritirate dalla circolazione in precedenza e non possono essere più cambiate in alcun modo. Hanno perso, oltre al valore di scambio, anche quello di conservazione di valore. In una parola sono fuoricorso. Al massimo conservano un valore numismatico per gli appassionati e i collezionisti. Le banconote della quarta e della settima serie non sono mai entrate in circolazione.

La funzione del denaro

Il denaro contante (che oltre alle banconote comprende anche le monete) svolge due funzioni principali: serve come mezzo di pagamento e come riserva di valore. “Esso è quindi in concorrenza con altri strumenti aventi le medesime finalità. Il contante è un mezzo di pagamento legale, di facile impiego e accessibile a ogni persona, e costituisce quindi un elemento importante di un’economia ben funzionante’, si spiega nel sito della Banca nazionale che ha un’ampia sezione dedicata proprio alla circolazione del denaro. Accanto alle banconote e alle monete sono utilizzati mezzi di pagamento diversi dal contante (carte di credito e debito, applicazioni), che negli ultimi decenni hanno fatto registrare forti tassi di crescita. Anche la circolazione del contante è ancora aumentata, ma in misura più modesta. A fine 2020 c’erano in circolazione banconote per 84’447,9 miliardi di franchi, pari a circa il 12% del Pil. Nel 1945, a titolo di paragone, il valore monetario in circolazione era pari a 3’517 miliardi di franchi (il 25,45% del Pil dell’epoca).

In seguito alla crisi finanziaria del 2007-2008 la domanda di contante ha però ripreso ad aumentare a ritmi alquanto rapidi, favorita dal basso livello dei tassi di interesse e dall’accresciuta propensione alla tesaurizzazione in un contesto di maggiore incertezza. In pratica è aumentata la tendenza a conservare denaro contante. La banconota più diffusa è quella da 100 franchi (27,4% del totale); segue quella da 20 (18,8%) e quella da 10 franchi (15,4%). Quella da mille rappresenta il 9,5% del circolante. Rappresenta però il 57,6% del valore totale.

Regolarmente la Banca nazionale svizzera conduce sondaggi sui mezzi di pagamento per raccogliere informazioni rappresentative sull’impiego dei diversi mezzi di pagamento da parte della popolazione e individuare eventuali cambiamenti. Nel 2020 la Bns ha svolto un sondaggio, ma i risultati non sono ancora noti.

Alla base di ogni serie di banconote svizzere vi sono taluni requisiti fondamentali: i biglietti devono conformarsi a elevati standard di sicurezza, essere di facile impiego per il pubblico e le apparecchiature di trattamento del contante, e al tempo stesso soddisfare esigenze estetiche. Ogni nuova serie è concepita nel rispetto di tali requisiti.

A questo punto inizia il ciclo di vita di una qualsiasi banconota: dalla produzione della carta e dei colori alla fabbricazione del biglietto; dal controllo di qualità presso la Bns all’emissione e al ritiro; dal trattamento alla distruzione. Al termine del suo ciclo la banconota finisce, ridotta in minuscoli frammenti di carta, all’inceneritore pubblico.

Ogni banconota comporta quindi un certo costo finanziario per progettazione, produzione e distribuzione. Una pezzo della nuova serie, la nona, costa circa 40 centesimi.

Altra curiosità. Nel 2020 sono stati emessi 297,5 milioni di unità e ritirati 276,1 milioni. Dato un volume medio di 513,4 milioni di banconote in circolazione, nel 2020 ogni biglietto è quindi ritornato alla Banca nazionale svizzera meno di una volta, un valore questo inferiore alla media di lungo periodo di 1,3 volte.

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