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Una società senza contanti è più un auspicio che una realtà

La pandemia di coronavirus ha accelerato le abitudini di pagamento a favore degli strumenti digitali. In Svizzera nella legge l’uso di banconote e monete

(Archivio Ti-Press)

L’India è il paese più a favore di una società senza contanti: il 79% degli indiani auspica che sostituire il contante con altri mezzi di pagamento avrebbe un impatto positivo sul loro paese. È quanto emerge da una recente analisi effettuata da MoneyTransfer.com, una società specializzata nel trasferimento di denaro da una parte all’altra del mondo, su dati di YouGov, un gruppo internazionale specializzato in ricerca di mercato e analisi dei dati a fini di marketing.Sono state intervistate 25’823 persone in 21 paesi.

Al secondo posto troviamo la Malesia (65%). Seguono Emirati Arabi Uniti (63%) e Indonesia (63%) sono tra gli altri paesi dove una maggioranza dei cittadini accoglierebbe con favore il passaggio ai pagamenti elettronici. È interessante notare che nei primi dieci posti troviamo l’Italia con il 52% degli interpellati che si è detto favorevole a una società senza contanti. Al decimo posto troviamo l’Australia (35%) e poi seguono il Canada (32%); Danimarca (31%); Spagna (27%) e poi Regno Unito (26%); Stati Uniti (24%). I più reticenti all’uso di strumenti alternativi al contante sono Germania (20%) e Francia (18%).

La Svizzera non è stata considerata dall’analisi di MoneyTransfer.com. Stando però a un sondaggio recente, di fine febbraio curato da Moneyland.ch, interrogata sul metodo di pagamento preferito dagli svizzeri, la maggioranza degli intervistati (73%) ha dichiarato di non poter fare a meno delle carte di debito, seguite da quelle di credito (71%). I contanti si piazzano solo al terzo posto, con il 67% di preferenze. Nel 2020 la quota era ancora del 78%. 

Il tema di una società senza contanti è stato accelerato dalla crisi sanitaria determinata dal Covid-19 che ha influenzato vari aspetti della nostra vita, compresi i sistemi di pagamenti. A causa dell’emergere del coronavirus, i pagamenti senza contanti sono l’opzione di pagamento preferita sia per le imprese, sia per i privati per il timore di trasmissione del virus attraverso le banconote. Ma tra il dire e il fare c’è sempre un mare enorme di mezzo. Un conto è l’auspicio di una società senza contanti e un altro la realtà, anche al tempo di una pandemia globale.

In ben sei paesi, oltre il 50% degli intervistati ha ammesso di aver usato meno denaro contante durante l’ultimo anno. La Thailandia, al settimo posto tra i fautori della sostituzione del contante con il 51% dei favorevoli a tale opzione, è il paese che più ha usato strumenti alternativi a causa della pandemia: il 57% dei thailandesi infatti ha rinunciato al contante per timore dell’infezione. Anche nel Regno Unito, con il popolo tra i più reticenti a cambiare abitudini, il 50% ha ammesso di essere stato cauto nel maneggiare denaro contante nell’ultimo anno. Qui probabilmente ha inciso anche il cambio di paradigma imposto dalle aziende e dall’aumento del commercio online che hanno incoraggiato alternative digitali alle classiche banconote e monete. I consumatori che hanno cambiato meno le loro abitudini di pagamento a causa del coronavirus si trovano invece in Danimarca (29%), Taiwan (27%), Stati Uniti (25%) e Svezia (11%). Questi ultimi tre paesi sono i meno virtuosi da questo punto di vista. La posizione della Svezia, ultima in classifica, non sorprende i ricercatori in quanto è il paese che più di altri sta andando nella direzione di diventare la prima società al mondo senza contanti. Essendo già pochi coloro che usano il contante, anche la quota di coloro che hanno cambiato abitudine è quindi più piccola. Infine, la tendenza verso una società senza contanti oltre che dal coronavirus che ha dato una spinta senza precedenti, è accelerata dall’aumento delle chiusure di filiali, agenzie bancarie e di bancomat e dal processo di digitalizzazione dell’economia in generale.

In Svizzera il contante non sparirà, per legge

Lo scorso dicembre il Consiglio nazionale ha accettato a larga maggioranza (145 contro 38) un postulato che chiede al Consiglio federale di elaborare una proposta di modifica legislativa in modo da permettere, a chi lo vorrà, di poter utilizzare il denaro contante. In particolare si chiede di trasformare l’obbligo di accettazione di denaro contante stabilito all’articolo 3 della Legge federale sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento da norma dispositiva in norma cogente, ovvero imperativa indicando le deroghe, le restrizioni (ad esempio sulla base delle disposizioni della legge sul riciclaggio di denaro o per gli acquisti online) o le misure di accompagnamento ritenute opportune.

Secondo la deputata socialista lucernese Priska Birrer-Heimo, sempre più spesso si annuncia che i privati non possono più pagare i servizi in contanti, bensì soltanto attraverso mezzi di pagamento elettronici; molto probabilmente questa tendenza si accentuerà con la crescente digitalizzazione. 

La trasformazione verso una società senza contanti comporta però svantaggi non trascurabili, secondo la consigliera nazionale socialista: interruzione del sistema di pagamento elettronico, indebitamento eccessivo, senza dimenticare che senza contanti, i gestori e gli emittenti dei mezzi di pagamento elettronici, potrebbero aumentare sensibilmente le commissioni a carico di commercianti e consumatori.

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