Economia

Riesplode la guerra dei dazi, crollano le Borse

Mercati finanziari in forte ribasso dopo l'annuncio della Cina di ulteriori misure contro i prodotti Usa. Intanto Trump attacca il presidente della Fed Powell

I due 'nemici' (Keystone)
23 agosto 2019
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Pechino – Riesplode con forza la guerra dei dazi tra Usa e Cina all'ombra di una nuova recessione globale e in un venerdì ad altissima tensione che oltre al crollo delle borse ha visto l'attacco senza precedenti di un infuriato presidente degli Usa Donald Trump al presidente della banca centrale sttaunitense Fed Jerome Powell. Un attacco nel quale è incappato nella grave gaffe di definire "nemico", per la prima volta, il presidente cinese Xi Jinping, con il quale aveva invece finora sempre rivendicato "un eccellente rapporto personale".

È stata la Cina a dare oggi fuoco alle polveri con l'annuncio di nuovi dazi su 75 miliardi di dollari (73,9 miliardi di franchi) di beni made in Usa, in risposta alle simili misure americane che saranno operative in parte dal primo settembre sull'import di prodotti cinesi.

Una mossa annunciata nella serata di Pechino, a ridosso dell'avvio di Wall Street, dove i future hanno mostrato subito segnali di nervosismo, con una modalità "attentamente scelta per colpire i mercati azionari Usa", ha ammesso Mei Xinyu, esperto affiliato al ministero del Commercio cinese, in un tweet del Global Times, tabloid ultranazionalista del Quotidiano del Popolo.

Gli attacchi di Trump a Powell hanno accelerato le perdite dei listini, con il Dow Jones in calo di quasi il 2% e le borse europee in rosso tra l'1 e il 2%. Non solo: le aziende americane devono "immediatamente iniziare a cercare alternative alla Cina, incluso riportare a casa le loro società e produrre negli Usa", ha rincarato l'inquilino della Casa Bianca.

I nuovi dazi cinesi, inclusi nella forchetta del 5-10%, pesano su 5078 beni Usa, secondo l'Ufficio dei dazi del governo cinese. In aggiunta, le misure al 25% sull'import di auto e al 5% sulle componenti di auto saranno efficaci dal 15 dicembre, dopo la sospensione dello scorso primo aprile per favorire il dialogo. L'applicazione si articolerà in due fasi: su un primo gruppo di beni, i nuovi dazi saranno del 10% dal primo settembre, mentre l'aliquota sul secondo gruppo sarà del 5%, effettiva dal 15 dicembre. La risposta cinese è al 10% sugli addizionali 300 miliardi di dollari di beni made in China colpiti in un primo momento dal primo settembre, con una parte rinviata al 15 dicembre.

Negli ultimi giorni, Pechino ha rinnovato l'invito all'amministrazione Usa a "ritrovarsi a metà strada" ed evitare la nuova escalation delle tensioni commerciali e i danni all'economia globale con la minaccia di recessione, che sarà nel week end all'esame dei leader del G7 in Francia.

Ma la mossa cinese non rallenterà l'economia americana, secondo Peter Navarro, il falco consigliere per le politiche commerciali di Trump. "L'ammontare su cui sono state imposti i dazi non è materiale in termini di crescita macro", ha notato in un'intervista all'emittente televisiva californiana Fox. Il tycoon, nel frattempo, ha riunito i suoi consiglieri per una risposta "adeguata" alla Cina. Che non promette nulla di buono.
 
 

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