In vista del voto

Per la politica della moderazione e della concordanza

10 novembre 2019
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L’elezione dei rappresentanti del Ticino nel Consiglio degli Stati non è mai stata così incerta. I quattro candidati presenti al ballottaggio sono separati da una manciata di voti. L’elettorato moderato, se non saprà mobilitarsi, corre il rischio di essere estromesso dalla Camera Alta per la prima volta nella storia. Non si tratta del destino politico di Giovanni Merlini e Filippo Lombardi, ma di un certo modo di fare politica, di costruire la Svizzera, che è alla base del successo del nostro Paese. È la politica del dialogo, della responsabilità e della coesione federale. Una “ricetta” che ha consentito alla Svizzera di coniugare lo sviluppo economico al progresso sociale. Il modello svizzero è unico in Europa e, se ci guardiamo attorno, è difficile immaginare un altro Paese dove sia meglio crescere, studiare, farsi curare, formare una famiglia o invecchiare. Questi risultati non sono il frutto del caso, ma di scelte ponderate e maturate al centro. Non contestiamo le competenze di Marina Carobbio e Marco Chiesa, ai quali riconosciamo la coerente difesa delle loro idee. Mettiamo però in discussione i programmi che applicherebbero in caso di elezione nel Consiglio degli Stati. Ps e Udc, nelle ultime legislature, hanno radicalizzato le loro posizioni, allontanandole sempre di più dalla tradizionale concordanza svizzera. Da un lato il fronte socialista “promette” tasse, burocrazia e l’adesione all’Unione europea; dall’altro lato l’Udc sostiene l’isolazionismo del nostro Paese e il progressivo indebolimento delle tutele sociali. Queste posizioni, oltre ad annullarsi a vicenda, sono agli antipodi del modello svizzero. Siamo entrambi consapevoli delle differenze (e delle diffidenze) dei nostri rispettivi Partiti, anche al di là dei trascorsi storici. In questi anni, come capigruppo di Plr e Ppd, abbiamo però maturato la convinzione che solo attraverso una collaborazione al centro è possibile dare al Ticino e alla Svizzera una prospettiva di vero progresso, lontana dagli opposti estremismi. L’elettorato di centro non può permettersi tentennamenti o esitazioni. Una sconfitta della politica moderata aprirebbe la porta a un’ulteriore esasperazione del dibattito politico, di cui francamente non sentiamo alcun bisogno. Confidiamo quindi che chi crede in una politica della moderazione, della concordanza e della concretezza sostenga compatto Giovanni Merlini e Filippo Lombardi.

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