In vista del voto

Voto Merlini... senza sconti o cambiali al Plrt!

Mi capita tra le mani l’ultimo numero di “Opinione Liberale” (33). Lo sfoglio, come da tempo non mi capitava, iniziando però distrattamente dall’ultima pagina: una forte emozione partitica mi coglie. Non mi sembra vero... leggo e rileggo: “Fuori l’orgoglio Liberale Radicale: Giovanni Merlini agli Stati”! Nessun riferimento alla sciagurata congiunzione delle liste Plrt con il Ppd..., nessun presuntuoso richiamo alla necessità di aver agli Stati la coppia di centro (Lombardi & Merlini): l’unica in grado di garantire al Ticino successo e considerazione elvetici, con buona pace per chi vota a destra (Chiesa) o a sinistra (Carobbio)...

Dopo la “scopola” del primo turno elettorale, mi sembrava quasi di assistere ad un inatteso sussulto della redazione di Opinione Liberale contro una dirigenza di Partito, tanto arrendevole e rinunciataria nel difendere i principi laici e illuministici (patrimonio storico e filosofico del Plrt), quanto arrogante nel distribuire bocciature/stroncature agli avversari partitici, con i quali aveva pur condiviso, in un recente passato, numerose battaglie parlamentari (Udc) o intese di Sinistra (Pst), fondamentali per la crescita della Confederazione, rispettivamente del Cantone. Mi sono illuso di percepire l’eco, ancora fresco, dell’appello pressante rivolto agli elettori liberali radicali di non disperdere (come ahimè abitualmente fanno) preferenze a candidati di diversi partiti, al fine di permettere al Plrt di conseguire da solo i propri traguardi elettorali (chi fa per sé, fa per 3, si diceva insistentemente...), evitando di influenzare le sorti altrui (...quanti Consiglieri di Stato socialisti, per esempio, sono stati “scelti” grazie alle generose preferenze personali dei liberali ticinesi!).

Come “neve al sole” si scioglieva però il miraggio di un Plrt “rinsavito”, fiero del suo progetto/missione di promuovere l’individuo, valorizzandone le libertà e le peculiarità. Basta “risalire a ritroso”, da pagina 16 a 4 di Opinione Liberale, per leggere (un po’ sgomenti, invero) l’esortazione di Rocco Cattaneo – in sé, per altro, comprensibile e condivisibile – “Ora tocca a tutti noi tirare con tenacia la volata finale” e trovare, a piè di pagina, il facsimile della scheda elettorale con crociati, in “bella vista”, i nomi di Merlini e di Lombardi (come unica possibilità), corredato da una sorridente fotografia dei due predestinati (forse) a rappresentare l’intero Ticino a Berna. Una pagina prima (la terza) si trova altresì il ringraziamento dei 2 neo­eletti consiglieri nazionali (Cattaneo e Farinelli), nonché il lancio del ballottaggio per la Camera alta, con la significativa esortazione “Forza Giovanni e Filippo”, arricchita dall’immancabile fotografia dei due candidati designati dal Plrt (uno, Lombardi, “persino” dal Ppd!). Ma il culmine della “genuflessione”, lo troviamo a pagina 2 del rinnovato bollettino della Curia che fa capo al Plrt, con una “gigantografia”, a mezza pagina, dei due impavidi eroi cantonticinesi (Merlini & Lombardi) e l’inoppugnabile chiosa a caratteri cubitali “Noi sosteniamo chi lavora insieme, per un Ticino più forte!”.

Una perfetta sintonia questa, che “smaschera”, ahimè, nei fatti le goffe rassicurazioni, che il “Peter Pan del Plrt, che non c’è (più)” va da mesi predicando – da comizio a tribuna elettorale – secondo cui la congiunzione di liste fra Ppd e Plrt (ambedue, forze in costante e progressiva perdita di consensi) sia solo un’unione di natura tecnica, per contrastare le alleanze di destra (Lega e Udc) e di sinistra (Pst e Verdi), volta unicamente ad assicurare – si spera, nel solco della “tradizione” liberale – una pacifica elezione di Giovanni Merlini agli Stati. La simbiosi sembra perfetta e rispecchia, d’altronde, la desolante scena della “giornata del perdono e della memoria”, al comizio Ppd di Airolo, al debutto della campagna elettorale per le nazionali, quando – al riecheggiare dell’inno della Guardia dei giovani Ppd (“Luigi Rossi a noi davanti sta, Luigi Rossi non si scorderà, di luce splende la sua ferita: la via adita ognuno seguirà”!) – i vertici del Plrt, hanno reso omaggio ai nuovi “compagni di merenda” e “riscattato” finalmente quella “triste” epopea, inscenata da “certi” Leone de Stoppani, Romeo Manzoni e Rinaldo Simen, allo scopo di sovvertire l’ordine costituito (cattolico e conservatore), per attuare la “famigerata” rivoluzione liberale del 1890.

Al cospetto di una simile traumatica odissea, come deve comportarsi un liberale radicale, che appartiene per sua natura allo zoccolo duro di quello che fu il Plrt (laico ed indipendente): disertare le urne o votare scheda bianca oppure, “tappandosi il naso”, concedere – nonostante tutto – la preferenza a Giovanni Merlini...

La scelta non è per nulla semplice e/o scontata, ma necessita di un approfondimento introspettivo, scevro da emozioni e da “mal di pancia”.

Intanto va rispettata una tradizione, foriera di conquiste positive per il Paese, che vuole ininterrottamente dal 1848 la presenza di un senatore Plrt al Consiglio agli Stati. Tale qualificata presenza ha da sempre valorizzato la natura più schietta e genuina del Plrt, partito di responsabilità e di competenze, primo attore della politica federale e cantonale (sinora essenzialmente non al servizio di interessi di parte e/o di “cadreghe”).

Giovanni Merlini è poi politico di indiscusso spessore e di rilevanti capacità personali, come la sua lunga e meritevole militanza politica è lì a dimostrare: competenze queste ultime assai rare, di cui il Ticino ha oggi assoluta necessità di “schierare in campo” a Berna. La “rigenerazione” del Plrt passa – volenti o nolenti – da personalità forti e preparate, come Giovanni Merlini, in grado di rivalutare i principi laici e illuministici, non come retaggio del passato (privo di rilevanza politica), ma come valore aggiunto e forza propositiva del pensiero liberale moderno, alla base del processo di soluzione di tutte le questioni sociali, economiche ed ambientali, che travagliano la Società attuale, in profonda crisi di identità.

Dare la preferenza “secca” a Merlini – senza tentennamenti a destra (Chiesa), a sinistra (Carobbio) o verso il centro (Lombardi) – potrebbe oggi essere la schietta e fiera risposta dei liberali radicali, che – a torto o a ragione – si sentono offesi da un partito, che ha “tradito” la sua storia e la sua ideologia, per “trenta denari” e... un “bacio” bernese!
Io mi schiero decisamente con loro e invito gli amici politici a votare Merlini, senza però concedere sconti e/o “cambiali in bianco” al Plrt, che non se li merita.

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