In vista del voto

Pedaggio al Gottardo e il No dell’Europa: chi discrimina chi?

15 settembre 2019
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Il tema del pedaggio al Gottardo (chiesto adesso da Marco Chiesa in Consiglio nazionale con una formula di differenziazione) torna regolarmente in superficie.

L’ultima volta che il Consiglio nazionale ha rifiutato tre mozioni in questo senso era stato nel 2017. L’anno prima, il Consiglio federale aveva respinto un’idea che era stata proposta da un Verde liberale (Jürg Grossen) con largo appoggio politico trasversale. Il testo di allora chiedeva un pedaggio per tutti i valichi alpini sulle strade nazionali ma rispettando i pendolari e l’economia locale, ossia concedendo delle agevolazioni per gli indigeni. Esistono oltre confine degli esempi analoghi con simili sconti. Il governo aveva risposto che di principio la galleria del San Gottardo adempie le condizioni legali per poter limitare l’utilizzo gratuito della strada pubblica. La legge, anche gli accordi tra la Svizzera e l’Ue riguardanti il trasporto di merci e passeggeri su strada e per ferrovia, prevede dunque questa possibilità, con un piccolo inghippo: i sistemi di sconto sono ammessi unicamente se “oggettivamente giustificati” e se “non danno adito a discriminazioni”. Di fatto, il Consiglio federale ha respinto la mozione per motivi di impraticabilità politica.

Bisognerebbe però capire che cosa voglia dire “oggettivamente giustificati”, ossia chi decide su che cosa è oggettivo e che cosa è giustificato. Finora tutti i tentativi della Svizzera di chiedere una maggiore partecipazione agli stranieri che utilizzano le nostre gallerie hanno fallito. L’Europa non tollera che si faccia differenza tra chi paga queste infrastrutture con le proprie tasse e chi le utilizza venendo da fuori. L’idea di non discriminare è un concetto che dipende dal punto di vista, e in questo momento è un concetto definito da altri, non dalla Svizzera: perché discriminare un germanico o un italiano chiedendogli di pagare il pedaggio è sicuramente meno discriminante che non chiederlo ad un ticinese o un lucernese quando loro già lo pagano con le loro imposte e quando, in più, per loro il passaggio del Gottardo è un’esigenza quotidiana, vitale o per lo meno regolare, per motivi di lavoro, di studio o famigliare.

La questione del pedaggio dimostra con chiarezza che la Svizzera ha le mani legate.

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