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Giustizia clemente

Scorrendo le cronache cantonali dei vari processi penali, soprattutto quelli finanziari, nella comminazione delle punizioni si denota una preoccupante corsa al ribasso.
Sono infatti sovente pene di modesta entità, in taluni casi accompagnate da ulteriori sconti con la condizionale, il che significa, nella maggior parte dei casi, l’esenzione completa o quasi dalla carcerazione.
Nei reati finanziari che godono d’insperati vantaggi, rientrano pure quelli legati agli aiuti Covid-19 erogati in modo molto generoso e con facilità di accesso burocratico (una semplice autocertificazione!) dalla Confederazione per aiutare le ditte e le imprese in difficoltà conseguente a questa tremenda pandemia. Ricordiamo che, nel commentare questi aiuti, l’allora presidente della Confederazione Ueli Maurer aveva assicurato che eventuali abusi sarebbero stati puniti con un minimo di 5 anni di carcere.
Questo traguardo finora non è mai stato raggiunto, purtroppo, perché sconti e ribassi si sono rincorsi nei vari tribunali come se fossimo ai saldi di fine stagione.
In altri Paesi questi tipologia di reati sarebbe stata sanzionata con maggiore e giusta severità.
Per tornare invece a tutte le altre truffe finanziarie che qui sono trattate con grande clemenza, a mo’ di esempio inverso si può citare il caso del finanziere Madoff, condannato negli Stati Uniti per reati legati ai fondi Hedge Fund a 150 anni di carcere.
Oltre alla gravità morale di una eccessiva clemenza nei confronti dei truffatori, ricordiamoci della disperazione di tanti creditori che improvvisamente si trovano sul lastrico per colpa di tanti disonesti blandamente puniti.
Speriamo di trovare in un prossimo futuro un cambiamento di rotta nel commisurare le pene detentive in modo equo e adeguato alla gravità.

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